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giovedì 6 gennaio 2011

Che bella giornata


In Agosto, quando vivevo ancora a Monaco, mi venne a trovare mia sorella, per una settimana.
Mentre A., era di gita a Graz (senza di me, toh, che strano) e mentre ne aspettavo ansiosamente il ritorno, contando i minuti che ci separavano (del resto lei mi aveva mandato un sms poche ore prima "I can just think about you". dieci giorni dopo mi mollava: quando dici "coerenza" o anche "verità"), decidemmo di vederci la prima fatica di Checco Zalone al secolo Luca Medici, Cado dalla nuvole. E non ce ne pentimmo.
Quindi oggi, abbiamo replicato con Che bella giornata.

Checco vuole entrare nei carabinieri. Purtroppo anche il terzo tentativo ("c'è recidiva") fallisce. Potrà tuttavia mostrare "le sue dote" lavorando come guardia giurata presso il duomo di Milano. E sventando, suo malgrado, un attentato terroristico.

Zalone dopo il primo film riuscito decide di non alzare il tiro. E fa bene. Il film si lascia vedere, le gag funzionano, i dialoghi son spiritosi. Assenza quasi totale di volgarità. Con il suo fare da idiota (non mi arrischio nel vedervi influenze dostoieskiane), mette in ridicolo un certo tipo di società e di costumi. Senza assolverle. E, attenzione, sebbene il film sia totalmente privo di carica eversiva e contestatrice, non mancano un paio di battute feroci contro i nostri "interventi di pace" in Iraq e nel mondo ("mi pagano 6.000 euro al mese per non fare un cazzo", "che mi frega della pace nel mondo, io penso alla mia di pace", "rimango lì fin a quando non ho pagato il mutuo").
Musiche simpatiche, ("Angela" rimane però ineguagliata) e cammeo di Caparezza, nel ruolo di semi - se stesso.

Il talento non manca a Zalone, ora vien però da chiedersi cosa vorrà fare da grande. Aspetteremo il terzo film. Stavolta però, il tiro andrà alzato.

Voto 6.5 / 10

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