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lunedì 23 settembre 2013

La sera del film brasiliano, della gonna con i gatti e del suo sorriso



Bene, s'era deciso per il festival del Cinema Brasiliano. Io lo sapevo e temevo che sarei stato un po' triste, perché il Brasile, A., il passato, il Guarana Antarctica e tutte 'ste menate qua. Poi era arrivata la nostra amica (la mia!) con la sua gonna con i gatti, sorridente e sprizzante speranze, era arrivata Pavlov, eravamo andati in libreria a vedere 12908 libri (gialli con titoli brillanti, saggi di politica estera, romanzi sui dolori mediocri di chi era cresciuto nella DDR  e storie di improbabili [e perciò meravigliosi]) successi personali. Avevamo pure parlato di Max & Mary e per la prima volta avevo pensato che forse A., in un momento estremo di perfidia (e avvedutezza) m'avesse proposto di vederlo quella sera qualche anno fa solo per cominciare ad abituarmi all'idea.

Poi avevamo preso il biglietto per VIPS, e luci s'erano spente e miracolo: si parlava portoghese brasiliano. E a parte il fatto che capissi quasi tutto 'para com isso (Davenne..)', a parte il fatto che riconoscessi luoghi e modi di vestire persone e posti (la rodoviaria! Fa sempre parte di ogni mia raccolta di ricordi sul Brasile, la Rodoviaria, la sua piccola economia e mondo circostante, i bus dignitosi, i bar, i pastel, gli açaí com leite condensado, il pub con la musica rock e le luci accennate, i biglietti di fare...), a parte il fatto che fosse tutto melanconico per me, mi rendevo conto che oramai andavo avanti, senza più dolore, solo con una cicatrice mai rimarginata, ma nell'ombra, che non si vedeva più a occhio nudo, era lì e basta, come quelle delle vaccinazioni che ci han fatto da bambini.

La mia amica sorrideva, le lunghe gambe di Pavlov eran sempre più slanciate, il suo bel vestito da sera ne risaltava il carattere buono e un po' difettoso, io bevevo la seconda birra, pensando tutto qua?
Niente dolore assurdo, niente fitte, ma nemmeno niente sorrisi tristi, niente felicità di facciata, niente noncuranza piena di dolore, no. Peter Bascombe era passato con la sua auto, il carnevale di Recife era andato, il volo GOL partito e io non avevo problemi. Il passato era sepolto, con una mano atroce protesa fuori dalla bara e dalla terra, la mia amica sorrideva pensando ad un futuro incontro col tatuatore che le piaceva, io volevo ordinare la terza birra e Pavlov sorrideva in modo amorevole.

La Merkel stava per vincere le elezioni, sì, le avrebbe vinte, eppure la somma di voti dei partiti di centrosinistra era maggiore. Qualcosa era pur cambiato.

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