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venerdì 22 luglio 2011

Correr por Correr



Correre così, non perché sia salutare, non per competere e non per non fare tardi. Correre non per arrivare o per andare via. Correre non per cercare un impiego o la donna più bella del mondo. Correre non per scappare dai proprio incubi o dalle proprie sofferenze invisibili. Correre solo per il gusto di farlo. Solo per sentire il vento che scivola contro le gambe. Solo per il piacere di farlo. Nemmeno per dimenticare. Questa è una corsa scanzonata, è una cosa ilare. E' una corsa di un bambino che non ha cognizione né del tempo, né del mercato del lavoro, né delle ritenute fiscali. Questa è una corsa fragile e quindi perfetta. Questa è una corsa nell'estate tedesca. E' una cosa avvenuta nel passato.

sabato 16 luglio 2011

Non aprire quel cassetto


Devi correre. Non puoi accontentarti di camminare. Bisogna trovare una camicia bianca per il matrimonio di Martedì. Non ti sposi, la tua unica proposta di matrimonio è stata inghiottita dalla storia altrui, ma devi andare a fare da testimone. Etichetta. Non puoi fare il solito straccione. O meglio, tu lo faresti, ma i vincoli d'educazione ti impongono un briciolo di serietà sociale. Ovvero di ipocrisia.  Poi c'è un regalo da comprare. Oggetti inutili, buoni per una fugace felicità consumista. E poi, per il secchio tra qualche anno. Bisogna correre. Apri il cassetto dove tieni le banconote da 50. Normalmente giri con quelle da 5, da 10. Non sei uno da "pago io per te cara", no, le donne ancora non devi comprartele. Money for nothing, chicks for free. Prendi le banconote. Vedi che ci son dei foglietti. Li apri. Son quelli di 1 e 2 anni fa. Piccole frasi sceme, tenere e d'amore. Il suo indirizzo scritto a matita, glielo avevi chiesto dopo qualche uscita. Hey, dammi il tuo indirizzo così magari ti mando una cartolina, Ma certo, Grazie, Figurati. Non avevo colto che era un presagio funebre. Un disegnino stupido di te. Due righe: Domani sarà una bella giornata perché usciremo insieme. Epitaffi, insomma. Non hai un accendino a portata di mano, perché dovresti averlo: non fumi. Non puoi bruciare i foglietti. Allora li rimetti nel cassetto, e lo chiudi. Torni al pc. Sorridi, oggi te ne frega una sega della stronza. Devi correre. Hai altre cose in testa, altri film, altri libri, altri viaggi, altre donne, altri lavori, altri futuri da scartare. Apri Youtube, e ti senti Money for nothing.
I foglietti moriranno di autocombustione.

lunedì 11 luglio 2011

Memorie di un mancato fallimento


Ero al quarto drink. Più le birre. Però ero rimasto sorprendemente lucido. Sì, l'andatura era leggermente barcollante, ma niente di imperdonabile. Ero nelle terre straniere. Ricevevo sms e rispondevo. Dovevo incontrarla a breve. In 5 minuti. In 100 metri. Il futuro correva, manco fosse stato l'economia cinese. M'ero alzato dallo scalino. Oh, io vado. E mi ero diretto con passo deciso e per nulla stanco. Dribblavo cadaveri. No, eran tutti più vivi di me, chi non lo è? Ma a me piaceva pensare essere l'ultimo ragazzo vivente rimasto su terra. Le vite degli altri sono orribili, nevvero? Cerchiamo tristi giustificazioni per le nostre. A volte nemmeno per quelle. Camminavo tra gli sconosciuti, ecco passavo sotto l'arco. Avevo indosso la maglietta che mia sorella m'aveva riportato da Londra, i jeans comprati a Roma e le scarpe usate di Monaco. Cercavo un posto con un nome scemo. Gros? Qualcosa di simile. Non sapevo se fosse un kebabaro, una famosa gioielleria o un consultorio per immigrate. Mantenevo solo lo sguardo in bilico tra dissoluzione totale ed ironia post-mortem. Ero il grande cinefilo vissuto in Germania che vagava per le vie della città grigia ed industriale, piena di giovani e ragazze. Eccola l'insegna. Ero arrivato al punto d'incontro. No, non posso dire che fossi teso. Avevo bevuto troppo per esserlo. Ma ero emozionato. Anzi, avevo l'ansia da emozione. Ho una tracolla e un negroni in mano, avevo scritto. M'ero guardato intorno, avevo fatto 2 passi avanti e 4 indietro, come sempre. Poi era arrivata. L'avevo guardata un secondo negli occhi. Oh, che carina. Hey, ciao. Poi, avevamo iniziato a camminare, fianco a fianco.

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