tag:blogger.com,1999:blog-26264989980079009972024-03-05T17:45:54.864+01:00Os Sofrimentos do Velho DavenneI write stuff. I see movies. I'm used to think. I use to drink a lot. I try to be different. So i'm not an interesting person. So i'm not cool. I've lived in a lot of places, but i'm still home. This is not a blog. This is not a poem. There is no love, no passion and no hopes in my old and wounded vein. I won't trust in you, so: don't trust in me. La cambio o no, 'sta intro?Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.comBlogger270125tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-36090617771073097612022-08-01T12:10:00.003+02:002022-08-01T12:10:22.253+02:00Aracne<p style="text-align: justify;">Non scrivo da tanto, da un'era precedente. A luglio 2021 ricordo una frustrazione divertente, piena di astio vitale. Non ci serve nulla, via, <i>levatevi davanti per la mia rabbia enorme mi servono giganti. </i>Ora invece siamo più appassiti, c'è più delusione, stanchezza. I corsi ed i ricorsi, gli eterni giri di qualcosa che non si è risolto, e che anzi quando è sembrato vicino ad un qualche tipo di improbabile svolta, è paggiorato. E così si affronteranno i prossimi giorni, le prossime settimane, i prossimi mesi: alla giornata, senza un piano che non sia quello di aspettare che cali una scure. <br />Non si capisce un cazzo di quello che ho scritto, vero? E' vero, non si capisce nulla, a volte faccio fatica persino io a capirmi. Non come un maledetto pensatore 'ah nessuno mi capisce', quella merda lì da 17enne scemoinsomma, ma proprio come approccio razionale. Insomma, che tocca fare? Quali decisioni prendere, quali aspettare? Quali far prendere? A volte penso che forse sono troppo in balia del vento, poi mi ricordo che anche aspettare e tessera pazientemente una tela benefica è quello che distingue gli idioti dagli impiegati del catasto. Forse sono entrambi.</p>Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-44828555872016779442021-07-19T14:25:00.002+02:002021-07-19T14:25:50.539+02:00Così ha inizio il male<p style="text-align: justify;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlYiLATBccJdme61pCqWUvmpP0Sbdrg0R5GNDBWCIPMAkST30PMugjU2EwY9HpEtSXZRGGOJjFX1YCvUSyGypSJKBrLXj_xm_43uUUWWFvRiiG_AQCXg3QXFun5AK9kRYJBR4Wmw4n5sw/s276/download.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="276" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlYiLATBccJdme61pCqWUvmpP0Sbdrg0R5GNDBWCIPMAkST30PMugjU2EwY9HpEtSXZRGGOJjFX1YCvUSyGypSJKBrLXj_xm_43uUUWWFvRiiG_AQCXg3QXFun5AK9kRYJBR4Wmw4n5sw/s0/download.jpeg" /></a></div><br /><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Per anni quando dovevo pensare al Male immaginavo Pinochet,
lo stadio di Santiago, i militari, le mani di Victor Jara. Pensavo al sorriso
crudele della dittatura, al cemento, alle botte. Pensavo a quegli anni in cui scrivevo la tesi (due vite fa, ai libri che leggevo sui massacri, ai film).<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Da qualche tempo invece il Male si è trasfigurato nel volto
di Bolsonaro. Il male è l’omofobia con la quale insulta il deputato brasiliano omosessuale,
le parole con le quali mistifica una dittatura balorda, il modo di porsi
rispetto alle istituzioni politiche ed umane, quel ghigno di merda quando di
esprime, l’amore per le menzogna, per il raggiro del debole, la totale mancanza
di empatia verso le vittime dei suoi crimini rispetto alle Verità durante la
pandemia. Quando apro la Folha e leggo il suo nome segno quella piccola fitta
di disgusto nello stomaco, forse la associo ai miei ricordi delle settimane
passate lì (chi era presidente, o <i>Gino</i>?), forse la collego ai mali del
mondo, ai porci fascisti verdi italiani, a Orban, a qualsiasi cosa non sia
progressista ed empatica. O forse divento solo più vecchio, meno interessante,
più astioso verso i livorosi.<o:p></o:p></p>Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-24247056736785715772021-01-18T08:57:00.003+01:002021-01-18T08:57:34.961+01:00Sbloccare ricordi<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwHoDXeJ3wksbYbBO5PHpzR6XaZd6FR5F0ksppxJV7RFmnCM69qpmzaHbUILJ3SP9E1TKYUl7cFeZfvpkQo1aMo3QgowPwSleRy7X8eF96uDUf3K6k9mEiEY1Fa_wGqlijNt3M9mFwotI/s4000/IMG_20210108_142604.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwHoDXeJ3wksbYbBO5PHpzR6XaZd6FR5F0ksppxJV7RFmnCM69qpmzaHbUILJ3SP9E1TKYUl7cFeZfvpkQo1aMo3QgowPwSleRy7X8eF96uDUf3K6k9mEiEY1Fa_wGqlijNt3M9mFwotI/s320/IMG_20210108_142604.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">L'altra sera mentre sfogliavo la mia rivista di televisone e cultura cercando qualche spunto sono capitato su questo brevessimo trafiletto. Max & Mary. E' un film di animazione splendido di cui ho anche scritto sul blog una vita fa. E' sopratutto un film che mi sbloccato immediatamente ricordi passati, di quando vivevo in Germania <i>umiliato e offeso. </i>Mi è tornata in mente la stanza di Falknestrasse dove lo vidi, il disagio (è un film alla volta poetico ed estremamente crudo, spietato con i sentimenti) provato durante e dopo ed i toni mistici che assunse nei mesi ed anni successivi. Chissà che ne è stato di ogni memoria passata.</div><br /><p></p>Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-86767594486725372452020-12-23T17:34:00.003+01:002020-12-23T17:34:16.998+01:00Ne stiamo veramente discutendo?<p style="text-align: justify;">A volte mi chiedo come facessi ad essere così pesante. Non con altri (o almeno non troppo?), ma con me stesso. Perché prendessi tutto così con importanza, come se <i>contasse </i>davvero. Rileggo vecchie email e vedo le mie parole amare, deluse, precepisco la mia tristezza nelle mie risposte. <br />Ripesco un thread e capisco perfettamente che sono deluso da qualcosa di totalmente idiota tipo una mancata uscita, una notte fuori saltata, una discusssione su qualcosa che <i>allora </i>sembrava importante. <br />Mi capitasse ore sarebbe tutto un OK. WHATEVER, COME TE PARE, TBF I DON'T GIVE A FUCK, E A ME COSA INTERESSA?<br />E' bello? Forse no. Forse è aumentato il cinismo con gli anni. Forse più che il cinismo la disilussione, la certezza di non poter sovvertire troppe cose ed il fatto di doverne accettare altre. Forse è giusto noia verso tutto ciò che non mi interessa <i>davvero</i>.<br />Forse i miei centri di interesse si sono spostati, forse sono diventato troppo egocentrico, forse davvero credo che intorno vivano solo idioti, ma tutto sommato IT'S OK anche così.<br />Forse dovrei tornare a pensare sia importante avere ragione (eppure è così bello aver sentito una volta '<i>Non c'è nulla di più volgare del voler ottenere ragione</i>').<br />Forse ho solo capito che le uniche cose che contano solo quelle banali che piacciono a tutti: salute, bambini, soldi e che altro?<br />Quando è morto Maradona sono rimasto shockato, mi sono sentito triste triste davvero, colpito, ferito. Per la morte di una persona incredibile, che comunque vedevo anche come patetica, triste. Eppure l'effetto è stato un colpo allo stomaco per giorni, settimane. Non ho pensato subito solo E QUINDI CHI CAZZO SE NE FREGA? In un certo senso mi sono sentito rinfrancato. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Non ho voglia di rileggere.</p>Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-31621083854307560362020-11-27T17:32:00.004+01:002020-11-27T17:32:29.748+01:00Tu dici, perché Maradona? <p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/Ecsqlv_n1zw" width="320" youtube-src-id="Ecsqlv_n1zw"></iframe></div><p><br /></p><p><br /></p><div style="text-align: justify;">Tu dici, perché Maradona? <br />Il <i>cocainomane, </i>il ricco, il violento, il kitsch, il volgare, l'uomo che ha avuto tutto dalla vita, il cafone, quello che ha disseminato figli, ne dimenticati altri, sempre oltre il limite del buonsenso e del buongusto. <br /><br />Tu dici perché Maradona? <br />Un calciatore (di squadre che non ti appartengono), senza istruzione, attorniato da persone talvolta orribili, talvolta criminali, con case a Dubai, servi ovunque e un corpo in disfacimento per la troppa pigrizia, per la debolezza, l'accidia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perché Maradona era Maradona, era Diego. E' il ragazzo imbarazzato che vuole solo giocare a pallone, è l'ometto che a 15 anni si carica sulle spalle una famiglia, a 20 una città, a 26 una nazione e via via fino a rappresentare la <i>rivolta degli straccioni</i>. <br />Perché '<i>se Maradona fosse andato alla Juventus non avrebbe fatto questa fine</i>'. Ma se Maradona fosse andato alla Juventus non sarebbe stato Maradona. Non sarebbe stato una leggenda vivente. Se non fosse finito aspirato dalla cocaina non sarebbe mai diventato quel dio laico e peccatore che è stato in vita. Non avrebbe detto al Papa di tirarli fuori lui i cazzo di soldi per i poveri.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Io Maradona l'ho amato, sempre, pur disprezzando quell'uomo anche e sopratutto patetico che era diventato nel corso degli anni, spezzato ogni giorno di più dal peso della vita, da quelle onde che non aveva più la forza di rimandare indietro. Io Maradona l'ho amato per le palle che aveva, per quel modo di essere un leader sempre, per quel modo di accettare la sua tremenda fallibilità, quella <i>patetica </i>mediocrità che probabilmente a tratti vedeva impadronirsi di lui. Io Maradona l'ho amato perché non incolpava mai qualche compagno scarso per un passaggio sbagliato. Perché non pretendeva essere un modello, '<i>i modelli sono i genitori, non i calciatori</i>'.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Io Maradona l'ho amato perché faceva una foto con tutti, con le puttane ed i santi perché giocava nel fango una inutile partita di beneficenza, perché se gli partivano i 5 minuti si rendeva ridicolo, perché non gliene fregava un cazzo di nessun <i>establishment , </i>perché mandava a cagare Bush, il Papa, Blatter perché lui, unico, poteva dire di avere davvero la gente dietro. Perché era stato eletto, per acclamazione.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perché Maradona è stato Maradona, non è stato un calciatore, non è stato solo il più grande calciatore della storia del calcio (scusa Pele'), ma è stato un uomo che s'è fatto mito pur non avendone le forze e che ha dato <i>speranza</i>, sì incredibile, <i>speranza </i>a chi non aveva nulla, ha dato gioia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Io Maradona l'ho amato perché è crollato via via sempre di più come un vinile che con gli anni suona sempre peggio malgrado le note siano state perfettamente incise, perché la morte dei suoi genitori l'ha distrutto, l'ha depresso, ha finito di annullarlo, perché s'è fatto seppellire con loro a dimostrazione che malgrado fosse Maradona alla fine l'unica cosa che voleva era stare con sua madre e suo padre. Che tutti i soldi, la gloria, la fama, le auto, gli investimenti fossero solo qualcosa avvenuto così, tanto per. Quello che contava era Mamma e Papà.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Io Maradona l'ho amato e quando è morto sono rimasto shockato, non avrei mai pensato di poter soffrire tanto per un calciatore, per uno sportivo, per qualcuno che non mi è nulla, che non mi rappresenta, che non corrisponde in nulla a quello che vorrei essere.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Eppure io Maradona l'ho amato. Troppo.</div><p></p>Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-41549016330877507632020-10-19T17:26:00.002+02:002020-10-19T17:26:44.600+02:00Della noia e di ieri<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/lRs4smphvaQ" width="320" youtube-src-id="lRs4smphvaQ"></iframe></div><br /> <p></p><p style="text-align: justify;">Sempre più annoiato dalle piccole meshcinità quotidiane - comprese le mie - dall'incapacità delle persone di adattarsi alle nuove regole del gioco, <i>Le grand jeu a encore changé </i>si direbbe per fare una citazione semichic (l'avete visto Le Bureau des Legendes? No? Fatelo), la perenne voglia di mettere sempre e solo le proprie certezze sul palcoscenico. Signori, c'è una pandemia, è normale avere paura, è normale non avere idee, è normale essere spaventati, è normale proteggersi. E invece i tristi destini umani sono affidati ad un superomismo sempre più annacquato, ad una volontà <i>idiota </i>di finta tranquillità, alla voglia di ascoltare l'orchestrina mentre tutto affonda. <br />Non si tratta di urlare MORIREMO TUTTI, ma forse di essere in grado di farmarsi un attimo e di ricordarsi che non abbiamo nulla, non sappiamo nulla, a distanza di mesi è sempre più chiaro come l'uomo sia piccolo ed incapace di fronte alla grandezza della Storia, della Malattia. Parlo come un predicatore ottuso, è vero. Manca solo che invochi il castigo divino contro i peccatori ed i farisei ed il cerchio sarà chiuso. Invece non invoco un cazzo, vorrei solo le persone stessero zitte, in silenzio, a riflettere su chi non c'è più e su chi non ci sarà più. A breve, domani. E che i vostri cocktail di merda non sono la nostra priorirtà. O forse lo sono, e allora tutto è più chiaro, semplice, nitido.</p>Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-31598619913619121962020-09-25T11:41:00.004+02:002020-10-05T17:16:28.672+02:00La gloria del COVID nelle macerie umane<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/feoHV5JUbuo/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/feoHV5JUbuo?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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</span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">
Ogni giorno - anche più volte al giorno - da mesi vado a controllare le statistiche sul COVID: quale paese sta affossando, quale migliorando, il disastro <b>scritto </b>di USA, UK e Brasile ricordandomi cosa sarebbe successo anche in Italia se avessimo avuto il <i>merda </i>come Presidente del Consiglio, dove ci sono molte terapie intensive, cosa succede in Armenia (dovevo andarci nel 2021: la vedo male), se in Nigeria la situzione è sotto controllo (chi ha mai letto un autore nigeriano? Sono 3 anni che devo comprare un libro di Saro-Wiwa Noo) e quanti test si fanno in Afghanistan (non pochi, si vede che sono per tutti i ricchi in loco?). </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Ogni giorno sto lì, vedo linee nere sfondare pericolosamente le barriere della civiltà, ascolto Trump dire eresie (quanto mi costeranno tutte le sue esternazioni vergognose? Scatterà una guerra civile che si propagherà a macchio d'olio in tutto il mondo e dovrò rifugiarmi in montagna con solamente 3 tomi russi dell'800? Quei selvaggi col cappellino rosso cominceranno a sparare a cazzo sui neri? Ah no, già lo fanno da 300 anni, nessuna novità), sento Bolsonaro ricordare che '<i>tanto bisogna morire tutti</i>'. Comincia tu, allora.<br /><br />E' mai esistito qualcuno di più ripugnante di Bolsonaro? Quel miscuglio puzzolente di malaffare, fascismo, finto cristianesimo, omofobia, culto superomistico del nulla, militarismo, aggressione perenne al vero ed alla decenza. E' mai esistito? Sì, ne abbiamo uno identico in Italia, per fortuna non sempre molto lucido.<br />Mesi fa ho guardato una serie brasiliana che prometteva bene e poi è diventata innocua, inutile, persino fastidiosa (come 3%, come un racconto mal riuscito, come il Brasile stesso nella mia vita direi): O Mecanismo. C'era anche Bolsy: </span><span style="text-align: left;"><i>O Brasil acima de tudo. Deus acima de todos. </i>Pensavo di essere in Italia. No forse stiamo messi meglio, tutto sommato.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">
Ogni giorno dimentico un po' di più il terrore vissuto qui in Italia, quando contavamo ogni giorno le bare a migliaia - per sfiga, incompetenza, malafede - e non sapevamo cosa fare, come uscirne, come proteggere noi stessi e la parte più debole della società. Ogni giorno penso a quelle settimane, quei mesi, passati chiusi in casa, a leggere, vedere serie. A cucinare. A dormire con quel misto di preoccupazione imposta, ottimismo della ragione (e dell'irrazionalità), la gente che cantava (ma che cazzo ve cantate?), il lievito che non si trovava più per fare il pane, i 3 bicchieri di vino a pasto per ricordare ma sopratutto per <i>dimenticare</i>.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Nel frattempo ho perso il mio orologio blu che usavo da anni - </span>Decathlon, 10 € - e sono passato ad un bel CASIO vintage anni 80. Ora il quadrante è digitale. Bisogna ricordarsi del passato, anche quando sembrava il futuro.<br />
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Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-85537122765098779262019-08-29T09:00:00.004+02:002020-07-01T14:06:08.217+02:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/DeEVilSwuGc/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/DeEVilSwuGc?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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L'altra mattina mi son svegliato un po' perplesso, poi mi sono ricordato: durante la notte avevo sognato di A. Non mi capitava da anni (forse sarà il fatto che quella sera avevo bevuto solo un bicchiere di vino e la mente avesse bisogno di un qualche tipo di svago.)<br />
Bon, insomma due giorni dopo mi son messo ad ascoltare le vecchie canzoni brasiliane che mi piaceva sentire quando ero lì o comunque stavo con lei, <i>musica sertanejo</i>. Le ascoltavo in maniera divertita, ironica, pedagogica (capivo quasi tutte le parole!), e mi ricordo che una volta risi terribilmente della sua intelligenza quando mi prese in giro (per una volta bonariamente) sul fatto ascoltassi quella che chiamava MUSICA DO CORNO, insomma le canzoni dei disperati che tengono le corna (chissà se le tenevo? Sì, dai probabile). </div>
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Ora mentre scrivo ne ho messo un'altra e mi viene da ridere amaro mentre sento<br />
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<i>Ela tem o dom de me fazer chorar</i><br />
<i><br /></i>
Fa ridere no? No, davvero, non sto piangendo, mi fa davvero sorridere, come dicevo questa canzoni hanno una portata ironica incredibile per la loro ingenuità. Però a distanza di 10 anni ancora mi piacciono, con quell'ottimismo volontario di chi sta conoscendo una nuova lingua, un nuovo paese, una nuova persona. Mi ricordano, in effetti, quanto fossi appassionato ed ingenuo nei confronti di quel che doveva venire: ho avuto l'opportunità di tornare ad avere 12 anni malgrado ne avessi già 27, ai tempi.<br />
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Insomma l'altra mattina mi sono svegliato, poi ho preso la bici, ho pedalato (i<i> sogni del ciclista urbano</i>) sono andato a lavorare, la caramella per la gola, il bonifico da fare, il progetto da seguire, l'UX, la CX, la palette dei colori, i pomodori da ricomprare, la cena da pensare e mi son dimenticato di aver fatto il sogno. <br />
Non ricordo nemmeno cosa facesse A. ne come fosse: del resto prima pensavo che non la vedo da..9 anni! Proprio non la vedo, non la sento, non ho idea di come sia diventata, il rifiuto prima ostinato, poi annoiato mi ha permesso di vivere con il brivido del non sapere. Insomma, tornando al sogno, poi mi son venuti in mente ricordi qua e là sulla padaria (boh si scrive così?), sul camioncino dei panini, sul centro commerciale dove la gente voleva avere le case, sui film al cinema, sul bus privato dove pagavi 2 reais, sulla camera verde dell'hotel: che spreco ho pensato, che spreco di energie allora e che spreco di ricordi adesso, morti lì, da non poter più condividere o semplicemente tirare fuori ogni tanto. Che spreco.<br />
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Ho finito, ora c'è Cuida de mim, spengo youtube e torno a lavorare.</div>
Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-51206067409039345692019-03-20T16:09:00.002+01:002020-07-08T15:58:06.311+02:00Come Instagram sfiduciato nei confronti del mondo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://image.freepik.com/vettori-gratuito/instagram-nuova-icona_1057-2227.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="626" height="200" src="https://image.freepik.com/vettori-gratuito/instagram-nuova-icona_1057-2227.jpg" width="200" /></a></div>
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Una sera ero ad un concerto: cantautore che era di sinistra, ambiente che era di sinistra, gente che era di sinistra (io in realtà avrei voluto vedere la Roma, ma non si poteva). Fortuna che almeno il concerto si teneva in un teatro e quindi poteva sare seduti (ero già vecchio e già non sopportavo quella orrenda gazzarra tutti in piedi).<br />
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Insomma mi ciucciavo tranquillamente l'intero concerto contando le canzoni che mancavano (neanche troppo male, durata meno di due ore, pochi pezzi fuori scaletta: certo non stavo vedendo la Roma) e verso la fine partivano le due o tre canzoni più famose del famoso cantautore che di sinistra e che piacciono tanto alle persone che erano di sinistra (bei pezzi tra l'altro, d'amore).</div>
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Si alzanavo ed uscivano dai propri posti una madre, 50enne che probabilmente non trombava da anni, e la figlia 19-20enne, che probabilmente non trombava da 2 ore, e cominciavano a cantare la canzone, abbracciandosi. Fin qui OK, potevo <i>tollerare</i>.<br />
Dopo essersi alzate ed aver iniziato a cantare ed aver iniziato ad ondeggiare come due salsicce decidevano che non bastava e prendevano in mano il cellulare. OK.<br />
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Immaginavo volessero fare una foto, un orribile selfie di merda e OK potevo tollerare questa volgarità, la madre vuol immortalare questo momento con la figlia, mentre il padre si fa i cazzi suoi. Ma non basta: iniziavano una DIRETTA INSTAGRAM. Si riprendevano mentre stavano cantando il pezzo del cantautore che era di sinistra. Si riprendevano per 2 minuti e in quel momento capivo chi nella vita improvvisamente usciva fuori di testa e poteva tirare fuori un machete e radere al suolo qualche sedile.<br />
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Nella mia vita avevo assistito a scena orribili, solitamente io ne ero il protagonista, ma una cosa così volgare non la vedevo da anni.<br />
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Intanto la Roma aveva perso. Ero vecchio.</div>
Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-78395818743873481672019-02-28T11:57:00.001+01:002019-02-28T11:57:54.572+01:00Come Google Flight assunse il ruolo del peperoncino<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://breakingtech.it/wp-content/uploads/2018/02/google-flights-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="625" height="179" src="https://breakingtech.it/wp-content/uploads/2018/02/google-flights-1.jpg" width="320" /></a><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
L'obiettivo di alcune giornate è diventato andare su Google Flight e cercare voli, immaginare itinerari, confrontare prezzi, valutare orari e logistica. Dalla classica Parigi, al ritorno a Berlino (3 volte), dalla Romania (mai stato, assurdo) a viaggi infattibil in Nuova Zelanda, passando per Wimbledon (ci torno?) o Vienna. Monaco manco la guardo perché sto sempre lì (no dai: ogni volta che posso non ci vado). E' sempre emozionante trovare un'offerta, sempre frustrante rimandare, sempre esaltante cliccare su ACQUISTA VOLO, pensare al libro da acquistare (bisogna sempre leggere un libro ambientato nel paese in cui si va), chiedere 1 giorno di ferie per andare (sempre nel week end, il dramma del middle class worker). Sfugge un fine preciso, rimane sempre il rimpianto <i>Ah se fosse esistito 15 anni fa, quando ero giovane, Ah se ci avessi pensato quando non lavoravo, Ah se avessi avuto i soldi quando non avevo soldi, Ah se avessi avuto tempo quando non ne avevo, Ah se avessi potuto viaggiare con donne a caso quando potevo, Ah se tutto non fosse così facile e quindi frustrante quando non viene fatto.</i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Cosa rimane dei mancati click, dei soldi restati nell'account paypal, di quei QR Code mai emessi, di quei Google Doc mai creati e quei libri mai letti? Un rimpiante silenzioso anche in questo caso, la mancata possibilità di qualcosa, fosse anche solo un maledetot Kebab a 3€ e una birra in un anonima stanza d'hotel dove c'erano canali francesi e una coperta abbastanza calda.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-37619968955566367032018-04-16T11:58:00.000+02:002018-04-16T11:59:06.475+02:00Passano i mesi e non passa nulla<br />
<div style="text-align: justify;">
Sono più di 5 mesi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sogno spesso di stare a casa sua, che non sia successo nulla.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sogno di svegliarmi lì, da bambino o da adulto e che tutto sia errato come prima, ma vivente.</div>
<div style="text-align: justify;">
La vita ha fatto il suo corso e bisogna <i>accettare</i>, ma a me non va di mandare già nulla.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
So che devo tornare, in quella casa che non è più nostra, in quelle vie che oramai ci sono lontane, in quella città che oramai non è più nulla. So che devo andare, fermarmi, guardare, pensare, ordinare una bevanda locale e andare al cinema.<br />
<br />
So che mi è stata strappata dalle viscere in modo crudele una parte di me, sempre presente e che non posso nemmeno condividere questo peso, questa mancanza, questo lutto con nessuno, nessuno.<br />
<br />
So che l'odore dell'erba appena tagliata mi riporta agli anni spensierati, che quello del cocomero tagliato mi ricorda le cene da lei, fossero anche state 4 l'anno. So che non c'è nulla poi da rimproverarmi, ma che si sbaglia sempre. So che vedere le case piccarde mi spezza il cuore e che a volte non riesco proprio mandare giù ogni cosa. So che la sua presenza, anche in secondo piano mi manca e che mi manca un pezzo di identità. So che la partenza della persone non offre più nessuna soluzione, devi solo mandare giù l'ennesima cosa errata. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
So che devo prendere quei biglietti, stare nel nord due giorni.</div>
Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-601705762878466672017-11-13T12:02:00.000+01:002017-11-13T12:02:23.905+01:00La crudeltà del ricordo digitale.<div style="text-align: justify;">
Il blog è nato tanti fa (7?) come muro del pianto. Del pianto per le stronzate, una ti molla, ci rimani male, credi che sia un problema vero, hai paura del domani, <i>come farò. </i><br />Gli anni sono passati, sono cambiati i problemi. Il tempo ha minimizzato quelli di ieri ed ingrandito quelli di oggi. La vita è cambiata, e c'è meno tempo riflettere sulle stronzate. Perché le stronzate, appunto, quando non hai ore da buttare rimurginando sul nulla, restano quelle che sono: stronzate.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E così lentamente diventi solo un sacco pieno di dolore, un contenitore di sofferenze, perché la vita va avanti e cominci a perdere le colonne che erano intorno a te. E se ne vanno i famigliari con cui forse non hai mai avuto rapporti troppo stretti, intimi, ma che son sempre stati lì, sin da quando sei stato una persona. E se ne va il cane. E se ne vanno tutti. E non c'è niente da fare se non guardare le piastrelle della doccia mentre ti versi lo shampoo addosso.<br /><br />Il muro del pianto ora è per la vita, anzi, è per la morte. E' buffo, quando è nato il blog non riuscivo ad aprire la casella email per la paura, vera, intimi e fisica di rileggere vecchie mail di A., quasi avessero un qualche potere soprannaturale. Ora c'è l'ultima mail che mi ha spedito una persona prima di mancare e se la apro, per rileggere quelle ultime righe non c'è rabbia, ma solo un dolore secco, nero, che non ammette repliche. E non posso cancellare, non posso riporre in un cassetto lontano, non posso fare nulla. Devo tornare ad imparare a non pensare, che è l'unico modo per convivere con la non accettazione che finiscono anni, ere, fatti, rapporti, persone.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I nostri corpi sono solo delle sacche del dolore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ciao.</div>
Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-55721492386129595922017-04-06T10:21:00.003+02:002017-04-06T10:21:44.778+02:00Bury me<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmXdlgNevTefkk5A2ncUEaILHrp1MPsU560UGOwYo-L739JEblPmgcfDbntB-4S72B29A_f68g-xlnVSTXl_hfXqjkDzjQqaXZ45LCgjPyXlX-lYKHaxDcp1gQeYKxbam5q24w8yjoxow/s1600/Cattura.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmXdlgNevTefkk5A2ncUEaILHrp1MPsU560UGOwYo-L739JEblPmgcfDbntB-4S72B29A_f68g-xlnVSTXl_hfXqjkDzjQqaXZ45LCgjPyXlX-lYKHaxDcp1gQeYKxbam5q24w8yjoxow/s320/Cattura.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Seppellitemi con un poesia di Bukowski, una libro di Allende e una foto del cane.</div>
<div style="text-align: justify;">
Seppellitemi in 20 minuti, in modo laico, senza dire messe.</div>
<div style="text-align: justify;">
Seppellitemi e poi andatevene a bere. Comprate 8 bottiglie di vino e due cognac e buttate nel lavandino quello che avanza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Seppellitemi con una VHS della Camera Verde, senza abiti eleganti e senza perdere tempo.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Seppellitemi in un giorno di vento, con poco sole e senza chiasso intorno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Seppellitemi senza dirlo a nessuno, chiamate solo chi deve esserci e lasciate le 8 bottiglie di vino per voi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Seppellitemi ricordando quello che mi piaceva, metteteci una foto di Belfast e una maglietta dei Blue Jays.<br />Seppellitemi come fossi un impiegato del catasto, ma senza contratto pubblico, che si dà delle grandi arie.</div>
<div style="text-align: justify;">
Seppellitemi e poi scolatevi le bottiglie, andatevene in giro, tornate a casa e vedetevi Kill Bill Volume I.<br />Seppellitemi parlando del cane, parlando dei miei genitori, dei mie nonni, dei miei figli.<br />Seppellitemi ricordando che spero ancora in un dio giusto e vendicativo, rigoroso ed implacabile.<br />Seppellitemi non dimenticando che ho avuto quello che meritavo, sempre.</div>
<div style="text-align: justify;">
Seppellitemi ricordando che mi piaceva viaggiare nei treni di notte, ma poi sono stati lentamente tutti eliminati e non l'ho più potuto fare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Seppellitemi e poi ascoltatevi <i>As long as we got each other </i>un paio di volte. Poi spegnete il cellulare, e chiudete quelle cazzo di bara, di tomba, di buco.<br />Seppellitemi e non se ne parli più.</div>
Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-29271575841919142042017-03-02T08:31:00.001+01:002017-03-02T08:31:06.516+01:00Voi non sapete cos'è l'amore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/4CK2hx377iU/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/4CK2hx377iU?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Voi non sapete
cos’è l’amore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Voi non sapete
cos’è l’amore fino al giorno in cui siete tornati a casa, l’avete trovata sul
divano, troppo stanca anche solo per camminare, e l’avete accarezzata senza che
ci fosse più speranza.</div>
<span lang="IT"><div style="text-align: justify;">
Voi non sapete cos’è l’amore se non avete cercato il suo sguardo, ma era girata
dal lato sbagliato e non avete voluto disturbare quei pochi secondi in cui
sembrava rilassarsi, accontentandovi di farvi seguire con la coda degli occhi.</div>
<o:p></o:p></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Se non avete
tenuto le vostre mani, stanche del lavoro, sulla sua vita, sempre più piccola,
sempre più miserabile, sempre più sofferente, senza che lei non dicesse mai
nulla.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Voi non sapete
cos’è l’amore se ogni volta che avete pensato lei avete cominciato a sentire le
lacrime risalire e vi siete sforzati di trattenervi, respiri calmi, immagini
felici, autoconvincimento sull’ineluttabilità del dolore e della morte, e per
circa 35 secondi ha funzionato, ma poi d’un tratta tutto ha ceduto e vi siete
ritrovati incapaci di controllare alcunché.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Voi non sapete cos’è
l’amore se non avete dovuto metterla su un tavolo, il vostro tavolo, distesa e
l’avete guardata, sapendo che sarebbe finita a breve, che lei avrebbe smesso di
soffrire nel secondo in cui per voi sarebbe iniziato il baratro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Voi non sapete
cos’è l’amore se non la immaginate felice che corre in un parco bene tenuto,
pieno di suoi amici calmi ed affettuosi, mentre voi siete al buio a letto, a
cercare di scacciare via un ricordo di felicità quando è l’unica cosa che
potrebbe aiutarvi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Non lo sapete se
non le avete coperto gli occhi per non farle vedere quel ridicolo e blasfemo
ago, il ferro che è solo morte e distruzione, e l’avete tenuta con voi mentre
si addormentava, dicendole solo di stare calma, che a breve sarebbe finito tutto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Sarebbe finito il
dolore per lei, avrebbe iniziato il vostro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Voi non sapete
cos’è l’amore finché non avete visto il suo angolo vuoto, finché non vi siete
alzati alle 4 di notte e l’avete cercata per darle una carezza e non avete
trovato nulla. La natura odia il vuoto, e voi non sapete cos’è l’amore se non
avete cominciato ad odiarlo a vostra volta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Voi non sapete
cos’è l’amore se non avete passato ora, giornate, settimane, anni, in cui tutta
la vostra serenità dipendeva solo dal quel muso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Voi non lo sapete
perché non avete preso la sua coperta rossa, sporca e che sapeva di lei, e l’idea
di lavarla, di coprire con essenze neutre il suo odore, era in quel momento la
decisione più importante da affrontare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Voi non lo sapete
finché al mattino, vi ritrovate questi 10 minuti in più, non dovete più uscire
con lei, e sono 10 minuti indegni di essere vissuti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Voi non sapete
cos’è l’amore e io non avrei mai voluto saperlo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">No.</span></div>
<br />Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-61210929868398501482016-06-10T11:49:00.001+02:002016-06-10T11:49:10.144+02:00E' ancora lì<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKtXo8-egUxS48dVEIv0UAT2EwsP45ptVGKpRom2GJ08Zk74TLBti4PAWJmQT0yaZ9A4XuJh9CQCo4tAsOopgp21emGVTLGSOvOW6MccMP2TQVwalYm9I8ZOLGjjdd-R4L_q4uR9KsV3Y/s1600/Cattura.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="161" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKtXo8-egUxS48dVEIv0UAT2EwsP45ptVGKpRom2GJ08Zk74TLBti4PAWJmQT0yaZ9A4XuJh9CQCo4tAsOopgp21emGVTLGSOvOW6MccMP2TQVwalYm9I8ZOLGjjdd-R4L_q4uR9KsV3Y/s320/Cattura.PNG" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">E’ ancora lì sul divano che mi guarda senza attenzione (sta pensando a
quanto è bello farsi accarezzare dalla padrona) e mi sento un groppo in gola e
gli occhi che diventano lucidi. E devo fermarmi perché lei capisce e non deve
vedere tristezza negli occhi degli altri. Non deve percepire nulla. E’ ancora
lì, ora ha appoggiato il muso su un cuscino (l’intero divano ha quell’odore di serenità
stanca e sempre presente), e io devo distogliere lo sguardo, inventandomi
qualcosa da fare: una vita a pensare ad altro pur di allontanare i colori dei
presagi di abbandono. E’ ancora lì,
sonnecchia, mastica qualcosa di immaginario (ma in maniera molto soddisfatta) e
c’è lo starnuto malefico che ti ricorda che l’orrore è sempre lì, sempre
intorno a te e se ne frega di quell’ecosistema e di quell’equilibrio che hai
creato non intorno a lei, ma con lei. Hai preso un libro in mano, la guardi con
la coda dell’occhio mentre scorri le righe una dietro all’altra. Non ti viene
più da ridere, non hai più desideri, ti stai scolpendo in fronte con un
martello sporco ogni regola che hai cercato di dimenticare per 20 anni. Poi ti
alzi e ti fai un caffè. Lei dorme e tu chiudi gli occhi.<o:p></o:p></span></div>
Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-57773950041633720852016-03-18T17:19:00.002+01:002016-03-20T11:53:16.043+01:00Ritorno nelle terre dimenticate. -6 ore<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhh0LhZaRz6FNhkxEqWh0pLKYWYp1a4nZTXZy1F_-N8RLLrbDi8iNwJD2AipMDfDqfrf-tB1Ob8aY1f6xCLcjltyO0wI3UdbCxhmscPYUrmxkaGsHtdW7ZDFFmFeB3KPrS5S7HJeMSluYw/s1600/IMG_20160318_171552.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhh0LhZaRz6FNhkxEqWh0pLKYWYp1a4nZTXZy1F_-N8RLLrbDi8iNwJD2AipMDfDqfrf-tB1Ob8aY1f6xCLcjltyO0wI3UdbCxhmscPYUrmxkaGsHtdW7ZDFFmFeB3KPrS5S7HJeMSluYw/s320/IMG_20160318_171552.jpg" width="180" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Aspettando il volo, finalmente si torna a casa. Per una serie di motivi assurdi mi ritrovo ad aspettare un volo da Hannover per Francoforte. A Francoforte ci ero passato nel 2006. Ci avevo fatto scalo nel 2012 per rivedere Kat, l'amica americana (poi dopo Roma e Francoforte la rividi a Madrid). Ora sto solo aspettando l'imbarco, con la preghiera non mi perdano il bagaglio (please, non può finire così!). Monaco finisce da Francoforte.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' finita. Ora sembra tutto facile, ma sono state settimane pesanti. Oggettivamente pesanti. Poi tra 3 mesi sembrerà tutto semplice: ogni cosa vissuta e competa perde di complessità e difficoltà. <br />
I primi giorni giravo per Monaco come fossi un fantasma (guai ad incrociare sguardi), poi mi son rintanato tra lavoro, Netflix, kebab, Indagini ad alta quota, cose da fare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non ho toccato una birra che fosse una se non in compagnia (quindi 3 con colleghi, 3 con sorella, 3 con lei), è stata la mia personale penitenza. Arrivando qui non sapevo cosa aspettarmi, se non 33 lunghissimi giorni, solo, e senza voglia. Lascio questo orribile hotel, lascio finalmente la dannata Müllerstra<span style="font-family: "helvetica neue" , "helvetica" , "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 13px; line-height: 16px;">ß</span></span>e (<i>Siete in Müllerstra<span style="font-family: "helvetica neue" , "helvetica" , "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 13px; line-height: 16px;">ß</span></span>e, non siete contenti? No</i>.), lascio la fermata Sendlinger Tor. Dopo 6 anni sono finito di nuovo a lavorare nello stesso paesino sulla S3, assurdo. Lascio pure quelle.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tra 4 ore a Fiumicino, tra 5 a casa, il cane, il letto, Pavlov, la mia piantina, i cd. I cazzi assurdi del lavoro in Italia mi aspettano, ma almeno quando mi sveglierò agitato nella notte ritroverò contro chi dormire.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Le terre dimenticate tornano ad essere tali.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-10426631559191840432016-03-16T11:42:00.003+01:002016-03-16T11:42:46.963+01:00Ritorno nelle terre dimenticate. -2<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcEBOkloeHor5nFLdrKJfAT7RLptKJQaLsFMFQ7i524pWfF_G5WTKCZi5JFT2j-PoKcakWImhuCGfcB-SDbvp2LTUXixTKOzeajLRtF6vTf5dhgQ577NUWX9qxO8LJp2B8sOA7efTqfpY/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcEBOkloeHor5nFLdrKJfAT7RLptKJQaLsFMFQ7i524pWfF_G5WTKCZi5JFT2j-PoKcakWImhuCGfcB-SDbvp2LTUXixTKOzeajLRtF6vTf5dhgQ577NUWX9qxO8LJp2B8sOA7efTqfpY/s1600/download.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Dopo qualche mattina avevano iniziato a farci caso. In attesa della S1 o S2, a lato della banchina, c'era questa coppia (no, quella della foto che ho messo), che si abbracciava, probabilmente prima di lasciarsi per la giornata. O forse stavano insieme a Monaco per poco tempo: lui a breve sarebbe dovuto partire per un altro paese*, quindi ogni attimo insieme era importante, non c'era tempo per la routine. O forse erano solo amanti, prigionieri di altre esistenze, di altre coppie, di <i>vite che non erano la loro</i>, e quindi era <i>inaccettabile </i>dovessero separarsi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Li vedevo sempre lì, verso le 8:37, probabilmente ad ogni treno che arrivava si dicevano <i>Ok prendo il prossimo</i> rimandando così il momento dell'abbandono e della solitudine. I primi minuti ancora un po' adrenalitici e pieni di sentimento sarebbero stati facili, poi man mano che la ubahn avesse raggiunto le stazioni più lontana e avessero poi preso la sbahn tutto sarebbe diventato improvvisamente nero, senza speranza, una malattia terminale che non si accontenta di aspettare placida il giorno del giudizio, ma avanza, senza sosta, incurante del dolore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lei lo guardava come lui fosse l'unico che l'avesse mai capita (quasi come se tutte le volte che fosse andata a letto con un altro** fosse stata una finzione, persino quelle in cui si era divertita), a volte restavano 5 secondi così, fissi, senza dire o fare o nulla. Come se sapessero ogni azione fosse totalmente inutile, perché a breve ci sarebbe stato un assurdo bombardamento che avrebbe spazzato via l'intera stazione e mezza città: a che pro dannarsi tanti?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi probabilmente all'ennesima metropolitana lui sarebbe andato via, schiacciato dal peso di responsabilità a cui non era interessato, ma che socialmente aveva dovuto accettare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il giorno dopo li avrei trovati sempre lì, contro un altro muro, ma con gli stessi sguardi e gli stessi desideri. Io tra 2 giorni tornavo a casa.</div>
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<br /></div>
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-2</div>
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* <span style="font-size: x-small;">Stava avanzando con la carriera e la sua azienda aveva deciso di mandarlo a fare un aggiornamento negli Stati Uniti. Ci sarebbe dovuto rimane per 9 mesi (il VISA era già pronto), potendo tornare solo una volta per una settimana. Certo erano una coppia affiatata (stavano insieme da 14 mesi), ma sarebbe stata la prima separazione così lunga. Lei capiva che lui doveva andare, ma viveva la cosa come fosse un piccolo tradimento segreto. Doveva andare, ma <i>doveva </i>anche stare con lei.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
** <span style="font-size: x-small;">Aveva avuto la sua prima esperienza sessuale a 16 anni con uno del suo liceo, di 1 anno più grande. Sul momento pensava la cosa non fosse andata male (in effetti non era stato un disastro), ma poi con gli anni aveva maturato un senso globale di insoddisfazione rispetto a quella notte e a quei fatti, come se tutto sommato si fosse prestata a ciò che l'ambiente si aspettava da lei. Come se avesse fatto qualcosa per soddisfare l'immagine che voleva avere di sé, senza però che lo volesse davvero.</span></div>
Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-23408469090613758682016-03-14T16:31:00.002+01:002016-03-14T16:31:47.957+01:00Ritorno nelle terre dimenticate. -4<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://cx.aos.ask.com/question/aq/700px-394px/can-someone-charged-leaving-scene-accident_986625db8aec72e1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://cx.aos.ask.com/question/aq/700px-394px/can-someone-charged-leaving-scene-accident_986625db8aec72e1.jpg" height="180" width="320" /></a></div>
<br />
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Ok, ultimi 100 metri. Stiamo finendo. L'ultimo linea retta e ce ne andiamo (parlare al plurale ha un ché di drammatico eh?), Sabato ho rivisto la mia amica ukraina dopo 6 anni (era uguale a come l'avevo lasciata, persino più carina): sembra che tutti siano ancora qui a Monaco. </div>
<div style="text-align: justify;">
Beh, nel complesso è stato divertente, mi ha ricordato di come il 2010 passato qui avesse anche cose divertenti (Johanna, la nostra insegnante, così carina e gentile [le regalai un libro alla fine del corso, non ricordo nemmeno più quale e mi son sempre pentito di non aver scambiato la mia email con lei]), insomma siamo stati 3 ore a parlare (alla fine sarà l'unica persona di Monaco 2010 ad avere avuto un ruolo in Monaco 2016, insieme a mia sorella) poi è andata via. Forse ci rivedremo tra altri 5 anni. Forse no. E' sempre strano quando saluti una persona e ti chiedi, <i>intimamente</i>, se la rivedrai ancora in vita. Mi capita spesso. Perché realisticamente potresti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tipo quando me ne andai da Monaco nel 2010 (ho scritto qualcosa su quella sera, <i>Il Valzer degli addii</i>?), guardai la persona che stava con me (intendo fisicamente in quel momento) ed ero certo ci saremmo rivisti, riparlati, avremmo discusso ancora, magari persino riso e ricordato qualcosa di divertente (avevamo avuto qualche episodio davvero divertente? Con il tempo il cervello ha cancellato tutto, lentamente ed implacabilmente). Era l'ottimismo della disperazione, quando non hai nulla di concreto a cui appigliarti e allora inventi scenari positivi, tanto per darti un po' di sollievo. Poi invece la storia fece il suo corso, la forza di volontà un giorno tornò (una sera Settembre e una a Dicembre 2010 e una a Gennaio 2012 in cui mi dissi che no, era tempo di cimitero e basta) le persone vennero sepolte insieme alle loro cose, come fossero vergogne da nascondere. </div>
<div style="text-align: justify;">
Faccio lo stesso per i posti. Anche ora, forse tornerò a Monaco tra qualche mese, anno (ora sarà più facile: il Vaso di Pandora è stato reincollato: fa schifo, ma almeno non cade in pezzi, nuove memorie son state costruite nelle <i>terre dimenticate</i>), forse ci tornerò, ma di certo in alcuni posti non ripasserò. Un po' senza volerlo, un po' per preciso ordine del cervello (già in questo mese ho evitato posti che non mi dicevano nulla e che oramai non aveva senso visitare).</div>
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Insomma Kate era ancora a Monaco, e sembrava star bene, sorrideva e rideva ad ogni stronzata che dicevo (nelle sue memorie son certo di essere un personaggio strano e positivo) ed io tutto sommato ero contento di aver chiuso l'ultimo we con un incontro del passato che portava con sé una certa soddisfazione leggera.</div>
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-4 </div>
Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-15684340688093103502016-03-11T16:21:00.002+01:002016-03-11T16:21:39.876+01:00Ritorno nelle terre dimenticate. -7<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFTCI8djpPd2M2eOI6zso9gKKhH3uextpUEBBJPtPDf0RWq5KfdewgSb-qSgw9VeZwNP5KmRXC4Kynl3XHTQk7XCmqJNrdic860kjyIvhn_i1t6R6ebcHFZbGlQKp9BVStmpbo9cKGdk8/s1600/PEADES-IMG-1814.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFTCI8djpPd2M2eOI6zso9gKKhH3uextpUEBBJPtPDf0RWq5KfdewgSb-qSgw9VeZwNP5KmRXC4Kynl3XHTQk7XCmqJNrdic860kjyIvhn_i1t6R6ebcHFZbGlQKp9BVStmpbo9cKGdk8/s320/PEADES-IMG-1814.jpg" width="320" /></a></div>
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Ultimo weekend a Monaco e alla fine unico che passerò da solo. Vabbè, domani vedo la mia vecchia amica (conoscenza, dai) ucraina. Alla fine sarà stato l'unico punto di contatto tra Monaco 2010 e Monaco 2016. Avevo pensato di farne a meno, ma dopotutto ogni tanto tocca pur mantenere vivi i legami. E poi, proprio rileggendo il blog mi son ricordato (avevo rimosso) che nei giorni tristi di Monaco 2010 tutto sommato mi era stata vicina e che il suo sorriso un po' stanco mi aveva pur aiutato (poco, comunque). E poi tornare qui senza fare proprio nulla connesso col passato sarebbe stato un po' troppo, come se fossi diventato un automa. E non lo sono, ancora (purtroppo?).</div>
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Mancano pochi giorni, qua c'è solo pressione per il lavoro (quello da fare in Germania, quello da fare in Italia: io nella prossima vita voglio solo avere una piccola libreria che vende bene, dove vengono belle ragazze e famiglie e dove alle 7 sera si beve un bicchiere di vino. Basta questo). Questo week end, eviterò con cura altro (poi per forza devi dire che ti farai un giro, le persone non accettato tu gli dica Voglio solo stare per i cazzi miei 48 ore [o meglio, sticazzi, dato che ho detto<i> I'm gonna meet my ukranian friend and than just spend the whole weekend reading, watching movies and resting</i>]), per poi iniziare (senza forze) gli ultimi giorni qui. Bisognerà far finta di ritoccare documenti, far finta di capire cose, far finta di essere interessati a tutto, far finta di star bene, far finta di non volere tornare a casa, far finta che ogni cosa conti. Una vita di finzioni, questo richiedono i tempi duri in cui viviamo (tono fintamente melodrammatico). Stasera però mi vedo Air Crash Investigation: puntata sul Brasile, tra l'altro.</div>
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Sto già pensando al fatto che venerdì notte sarà la prima volta dopo anni in cui sarò felice di vedere ROMA FIUMICINO. Poi, dopo 2 ore già farà tutto schifo di nuovo, ma sarà <i>finalmente </i>casa, il cane, i miei libri, lei, la mia bottiglia di vino e null'altro.</div>
<div style="text-align: justify;">
E sarà <i>addio </i>Monaco. </div>
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-7Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-85550388004670605722016-03-09T11:42:00.002+01:002016-03-14T16:34:40.634+01:00Ritorno nelle terre dimenticate. -9<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGlG_fehGfg_mGWDwczlGvXsDWi2xrP8skxzOo7v-56l5LUc719Y1h-9xGoWIK7B1l4PTOsnkZnXrc0_l2p9x41ztPef7HcXxOvup-O5hNO0zJgcWrrCq38D8FNbyywPMFGHs-dZhCTeE/s1600/p.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGlG_fehGfg_mGWDwczlGvXsDWi2xrP8skxzOo7v-56l5LUc719Y1h-9xGoWIK7B1l4PTOsnkZnXrc0_l2p9x41ztPef7HcXxOvup-O5hNO0zJgcWrrCq38D8FNbyywPMFGHs-dZhCTeE/s320/p.png" width="320" /></a></div>
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Mi sono abbastanza rotto le scatole. Sì, decisamente. <br />
Dopodomani inizia l'ultima settimana e questo sarà quindi l'ultimo weekend qui. I migliori momenti sono stati le cene con mia sorella, il fine settimana passato in Italia, la visita di Pavlov, quindi sostanzialmente tutto ciò che non era connesso alla mia trasferta qui. <br />
La penitenza sta quasi finendo (non proprio: ancora 9 cazzo lunghissimi giorni) e ora dopo ora l'unico sentimento che provo è legato alla voglia di tornare. Sono stanco di stare qui, stanco di questo ufficio, stanco dell'orrido posto dove dormo, stanco persino della Sbahn: voglio solo scappare da qui. <br />
<br />
Ho in mente il cane sul letto che si fa accarezzare, la puntata di Better Call Sall, il sabato da passare a letto senza fare altro che ascoltare la radio e leggere. Ho in mente la cena da consumare in 2, in fretta, perché poi vogliamo vederci un film su Netflix. Ho ancora un paio di libri da leggere, ma mi manca la motivazione. Forse sabato prossimo passo a Zweig, per distrarmi. Di certo non metterò piedi fuori, e del resto spero non passare più per il centro in questi prossimi giorni. <br />
<br />
Stanotte ho sognato mancassero 8 giorni, invece sono ancora 9. Sogno di stare un giorno di meno, a questo siamo arrivati. Quando mi sono svegliato e ho visto che oggi era solo il 9 Marzo e non il 10 ho provato una delusione cocente, adolescenziale, come quando tenevi davvero ad ogni piccola cosa.<br />
<br />
Quasi ogni giorni nevica, o piove, non si vede un po' di sole che potrebbe giusto rallegrarti un po' la giornata. E' così, ogni tanto persino io apprezzo il sole, il calore, i colori. Per ora invece giro col mio cappotto, il berretto, la sciarpa, i guanti, gli scarponi: non mi riconoscerebbe nemmeno mia madre. Mi proteggo dal freddo, dal passato, dal presente. Sono diventato una persona ottimista: aspetto solo che arrivi il futuro, andandogli in contro camminando sempre più velocemente. </div>
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L'obiettivo è solo uno: tornare. -9</div>
Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-62331612509194538692016-03-06T16:31:00.000+01:002017-04-12T16:17:06.785+02:00Ritorno nelle terre dimenticate. -12<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgJZ4y1iA9FLb3Dlv_lC6LE38-kTLEtmEZXcZqtFsn09tUQ-hs9nbWqGmuZLoiVRBqzMqJbivAJTfj5JFZhK7NbQsvGoj7NIr6dPdmYSFxfEalEZgn1MxQq0mYMZT5lyL0RGbeEHKauXo/s1600/IMG_20160306_160716.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgJZ4y1iA9FLb3Dlv_lC6LE38-kTLEtmEZXcZqtFsn09tUQ-hs9nbWqGmuZLoiVRBqzMqJbivAJTfj5JFZhK7NbQsvGoj7NIr6dPdmYSFxfEalEZgn1MxQq0mYMZT5lyL0RGbeEHKauXo/s320/IMG_20160306_160716.jpg" width="320" /></a></div>
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Se Monaco per anni è stata solo la terra dimenticata piena sola di memorie da cancellare, e quando non cancellabili, tristi ed inutili, occorreva in questo ritorno provare a crearne di nuova ed orginali, che col tempo il cervello avrebbe privilegiato rispetto a quelle esistenti. O, più semplicemente, è bello mentre si è all'estero ricevere una visita, vedere che qualcuno si fa il viaggio solo per te, per passare 3 serate in tua compagnia. <br />
<br />
Quindi la <i>stanzadimmerda </i>(in questo posto orribile in cui mi avevano sbattuto una stanza valeva l'altra: in 6 anni mi ero creato una professionalità, avevo gestito progetti, avevo ottenuto un buon contratto e un buono stipendio, le trasferte di solito erano in bei posti ed in buoni alberghi, ma niente da fare: se finivi a Monaco ti ritrovavi sempre in postacci e senza una lira: era una città maledetta per me), insomma, la <i>stanzadimmerda </i>lo era un po' meno (giusto un po': rimaneva sempre un posto squallido), e quando arrivava la notte diventava un piacere uscire per cenare (il pub australiano, il primo posto in cui ero stato a Monaco del 2010, in cui era stato con mia sorella sempre nel 2010 ed in cui ero tornato nel 2016, sempre con mia sorella e ora anche con lei: certo ricordavo della prima volta in cui c'ero stato con a., [c'era anche una mia foto con un bel maglione viola, chissà che fine ha fatto, il maglione] o di quando c'eravamo andati a giocare a domino, ma erano ricordi che stavo lentamente espellendo, ora avrei ricordato più facilmente del fishrman basket con lei o dell'enorme panino con birrone che m'ero fatto venerdì sera), dopo cena diventava quasi normale tornare a casa, vedere un episodio di Boris (dai, dai, dai!) e dividere un cuscino ed una coperta in due (faceva un po' freddo a tratti, mentre in alcuni momenti si crepava di caldo, forse era un effetto della doppia birra). <br />
<br />
Girare al mattino per visitare un cazzo di castello (c'ero già stato? forse), prendere insieme S-Bahn e U-Bahn, correre per non perdere le coincidenze, beccarsi la pioggia insieme, e vedere che tutto sommato, anche in questa città si poteva pur sorridere, ogni tanto.</div>
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<br /></div>
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L'aeroporto, certo, come in ogni cliché che si rispetti era sempre un luogo destinato a portare con sé solo rammarico e nostalgia, e anche questa volta non ci sarebbe stata eccezione. Vederla sfilare via ai controlli per la sicurezza era stato il solito pugno che Monaco m'aveva dato. Tutto sommato però, se non con la classe di Marciano, l'avevo incassato. <i>Non fa male</i> m'ero detto, manca poco.</div>
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-12</div>
Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-2011997905909413772016-03-03T10:18:00.000+01:002016-03-03T10:18:09.615+01:00Ritorno nelle terre dimenticate. -15<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://vpnservice.reviews/wp-content/uploads/best-vpn.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://vpnservice.reviews/wp-content/uploads/best-vpn.jpg" width="191" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
I malumori, gli stati di nervosismo e tristezza sono sempre connessi a quello che mi ruota intorno. Stare lontano da casa in sé è già pesante, ma avrei potuto anche sopportare il tutto meglio. Poi però: devi lavorare anche per le faccende ordinarie, i signori che vivono a casa tua lasciando l'appartamento e devi gestire la nuova inquilina, la stanza che ti hanno dato qui è tipo orribile, internet va una merda, il cane sta male, gli zombie tirano fuori le braccia dalle tombe. Troppo.</div>
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<br /></div>
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Poi ieri improvvisamente ti dici che forse basterebbe una vpn. La paghi 10€ per un mese e la sera finalmente torni a rivedere cose che ti interessano. Quella serie che avevi lasciato in sospeso (<i>Dai dai dai</i>), torni a vedere il campionato inglese. Ranieri, l'ometto tanto bistrattato (troppo poco cool, troppo poco cafone, troppo elegante, purtroppo un po' perdente) era sempre più vicino a vincere la PL con una squadra da zona retrocessione.<i> A Point is being made.</i></div>
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E se ce la stava facendo Ranieri, potevo riuscirci anche io.</div>
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La prima volta che ero venuto a Monaco non si parlava di VNP, ma già avere internet era tanto. I bisogni si muovono di pari passo al benessere materiale e alla stabilità emotiva? Mi ricordo giornate a leggere al parco, mi bastava la bicicletta e un buon libro (no, non è vero: non ero <i>affatto </i>sereno).</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Ora la vpn dovrà arginare la smania di tornare a casa per i prossimi giorni. Per oggi sono bastati 10 euro tirati fuori da una vecchia carta credito. Vedremo domani.</div>
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-15</div>
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<br />Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-28814884914251677002016-03-01T21:10:00.002+01:002016-03-01T21:13:56.109+01:00Ritorno nelle terre dimenticate. -17<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://aforisticamente.com/wp-content/uploads/2014/10/solitudine_loneliness.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://aforisticamente.com/wp-content/uploads/2014/10/solitudine_loneliness.jpg" height="199" width="320" /></a></div>
<br />
La mia penitenza a Monaco era di non bere mai, se non a cena fuori in compagnia. Niente birre in camera (avevo mai passato una notte in hotel senza berne una durante la serata? Forse secoli fa), niente birre in giro (non vado mai in giro quindi non c'è problema). Bere solo durante le uscite di lavoro (una, due birre), la visita di sorella & fidanzato (tre, ogni volta un Maß. O una? Che genere era? Rimosso.)</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Niente birre e cene triste, se non ero in compagnia. Un kebab, una insalata di patate, un brezel, un felafel (<i>E morì con un felafel in mano</i>, che nel titolo aveva quel film, regista svedese mi pare, ora che ci penso durante Monaco I una mia conoscente svedese mi fece vedere un altro film dello stesso regista, ma ho rimosso, anche questo), cene frugali, mai spendere più di 7-8€ al giorno. Vivere questi 33 giorni come fossero una lunga penitenza.</div>
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<br /></div>
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Durante questi giorni avrò acceso 4 volte la televisione. Avrei visto la Roma, ma ovviamente non c'è. Quindi mi risparmio programmi inutili, film che ho già visto, la sforzo di capire il tedesco (qualcosa però ancora lo ricordo). Il giorno si lavora, la sera (considerando che per me 'la sera' inizia alle 5, anche a Roma) si sta giusto a letto, a leggere, twittare, riflettere. Vedere le tende sporche della mia stanza riflettendo che manca un giorno in meno al ritorno. Un altro fottuto giorno di meno.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Durante la settimana non lascio praticamente mai, se non per andare in ufficio, la strada dove c'è l'albergo. Non ho voglia di vedere colori e locali. Fondamentalmente il mio equilibrio si trova tra 4 mura, pensando al cane (perde i colori anche lei), pavlov, il letto di casa mia, un viaggio passato, la prossima puntata di Better Call Sall (ho scoperto che c'è una puntata della 5a stagione di Homeland che si chiama Better Call Saul, funny è?).</div>
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-17 stiamo a metà.</div>
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Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-30461540941691765762016-02-27T19:43:00.002+01:002016-02-27T19:43:18.986+01:00Ritorno nelle terre dimenticate. -20<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/xl7Hd2r0LOs/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/xl7Hd2r0LOs?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Lontano dalla neve, dalla SBahn, da quelle case che un tempo era ambite e ora sono solo la dimostrazione di quanto gli anni deformino i desideri e le aspettative. Lontano dal maledetto aeroporto (Strauss? Ma dai!), il kebab a 3,90€ e la stanza senza amore dove devo ancora dormire 20 cazzo di notti. Non dico vivere, perché a Monaco non vivo: sono un fantasma che interpreta l'ultimo grande film della sua vita, in attesa di ricevere un assegno a vuoto.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lontano dalla neve, a casa mia, finalmente posso vedere <i>Homeland </i>sul letto, mentre accarezzo il cane e vedo i suoi sguardi stanchi, pieni di un affetto un po' sonnolento, un po' incomprensibile. Il cane mi riscalda la gamba e mi leva lo stress: per 5 minuti non ci sono più problemi di lavoro, la Germania è lontana, non esistono preoccupazioni che le sue orecchie non possano risolvere.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi era arrivata lei a casa, stanca dal lavoro (chi non lo è?), sorridente, chiedendomi come andava. Avevamo pensato di bere una birra (<i>dai, non ci andiamo mai!</i>) e poi come sempre era prevalso il desiderio di stare insieme in casa, separati dal resto, senza dover recitare ruoli sociali che non interessavano a nessuno, almeno in privato. Tutti abbiamo una vita pubblica, una privata e una segreta. Almeno quella privata la si poteva ancora vivere pubblicamente con lei.<br />Quindi s'era messa a letto, io guardavo la Roma (finalmente), dopo avremmo visto Boris, o forse un vecchio film austriaco in cui mi ero imbattuto anni fa, mentre vivevo a Mittenwald, <i>Revanche</i>. <br /><br />E mentre il cane era nella sua cuccia, stanco, vecchio, ma ancora pieno di ottimismo verso le prossime ore (ed i prossimi anni), mentre El Shaarawy aveva segnato il terzo gol e la Roma aveva oramai i 3 punti in tasca (stavo per vincere ben 2,2€ con una scommessa!), me ne stavo in boxer a guardare i suoi capelli biondi nell'oscurità della stanza, il suo viso come fosse quello di una diva degli anni '30 che non aveva più voglia di rilasciare interviste e quel neo che le dava ancora un'eleganza quasi involontaria. Era tardi, stavo perdendo la serenità minuto dopo minuto e non avevo la minima voglia di lasciare Roma.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Ancora 20 giorni, ancora 20 orribili notti. <br />E poi sarei tornato, avrei lasciato la dannata Monaco.</div>
Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2626498998007900997.post-30880196822003170512016-02-22T21:55:00.000+01:002016-02-22T21:55:24.852+01:00Ritorno nelle terre dimenticate. -25<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://samvednaayen.files.wordpress.com/2015/09/memories.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="175" src="https://samvednaayen.files.wordpress.com/2015/09/memories.jpg" width="320" /></a></div>
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Trovandomi esiliato a Monaco ho ricominciato a (ri)scrivere un po' sul blog (del resto: il blog era nato dopo il mio soggiorno qui), e di conseguenza mi è capitato di leggere vecchi post (2011 prevalentemente). Ci ho trovato cose assurde. Da un lato il tono a volte patetico ('soffro', 'l'amore', 'niente ha più senso' e blabla, tutta robaccia), e dall'altra dei post incredibili, che mi hanno ricordato quanto disagio, quanta inadeguatezza, quanto dolore ho dovuto ingoiare (per colpa mia sempre, su questo siamo d'accordo). Giornate rimosse (il primo di settembre [cioè, dopo tutto avevo chiamato la mia ukraina per parlare!], la lettera! Cazzo è nella mia vecchia casa, mi è venuta voglia di rileggerla: l'ho letta una volta di sfuggita quasi 6 anni fa, chissà quante cazzate ci son scritte su, l'autunno 2010 e l'inverno e primavera 2011 pieni solo di voglia di scomparire), pensieri dimenticati, stati d'animo che avevo totalmente cancellato. Ecco a cosa serve un blog, a ricordarti dei momenti di merda, ottimo! </div>
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Il 2010 da qui sembra un cavallo vecchio, senza più forze, che sta in stalla in attesa della morte. Ma che ogni tanto si ricorda di vecchie gare, ippodromi, odori antichi, Stasera ero a cena vicino Goetheplatz e mi son ricordato che tante volte prendevo la metro da lì (per andare in? Falkenstrasse? Non mi ricordo, ma mi pare di sì), ieri sera ero in Marienplatz e ho cercato il bus 52: non c'era la fermata era stata spostata per un mese. Ogni angolo qui è pronto a tirare fuori morti da sottoterra. Ho persino uno collega brasiliana, cazzo è il massimo. Ritrovarsi a Monaco dopo anni con una collega brasiliana (è di San Paolo, e si è così divertita quando le ho detto le due scemenze in portoghese che ancora ricordo). Ritrovarsi a Monaco 6 anni dopo.</div>
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E a Roma, tra 25 giorni.</div>
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Davennehttp://www.blogger.com/profile/05208752689852791303noreply@blogger.com0