Correre così, non perché sia salutare, non per competere e non per non fare tardi. Correre non per arrivare o per andare via. Correre non per cercare un impiego o la donna più bella del mondo. Correre non per scappare dai proprio incubi o dalle proprie sofferenze invisibili. Correre solo per il gusto di farlo. Solo per sentire il vento che scivola contro le gambe. Solo per il piacere di farlo. Nemmeno per dimenticare. Questa è una corsa scanzonata, è una cosa ilare. E' una corsa di un bambino che non ha cognizione né del tempo, né del mercato del lavoro, né delle ritenute fiscali. Questa è una corsa fragile e quindi perfetta. Questa è una corsa nell'estate tedesca. E' una cosa avvenuta nel passato.
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