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lunedì 19 ottobre 2020

Della noia e di ieri


 

Sempre più annoiato dalle piccole meshcinità quotidiane - comprese le mie - dall'incapacità delle persone di adattarsi alle nuove regole del gioco, Le grand jeu a encore changé si direbbe per fare una citazione semichic (l'avete visto Le Bureau des Legendes? No? Fatelo), la perenne voglia di mettere sempre e solo le proprie certezze sul palcoscenico. Signori, c'è una pandemia, è normale avere paura, è normale non avere idee, è normale essere spaventati, è normale proteggersi. E invece i tristi destini umani sono affidati ad un superomismo sempre più annacquato, ad una volontà idiota di finta tranquillità, alla voglia di ascoltare l'orchestrina mentre tutto affonda. 
Non si tratta di urlare MORIREMO TUTTI, ma forse di essere in grado di farmarsi un attimo e di ricordarsi che non abbiamo nulla, non sappiamo nulla, a distanza di mesi è sempre più chiaro come l'uomo sia piccolo ed incapace di fronte alla grandezza della Storia, della Malattia. Parlo come un predicatore ottuso, è vero. Manca solo che invochi il castigo divino contro i peccatori ed i farisei ed il cerchio sarà chiuso. Invece non invoco un cazzo, vorrei solo le persone stessero zitte, in silenzio, a riflettere su chi non c'è più e su chi non ci sarà più. A breve, domani. E che i vostri cocktail di merda non sono la nostra priorirtà. O forse lo sono, e allora tutto è più chiaro, semplice, nitido.

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