Non scrivo da tanto, da un'era precedente. A luglio 2021 ricordo una frustrazione divertente, piena di astio vitale. Non ci serve nulla, via, levatevi davanti per la mia rabbia enorme mi servono giganti. Ora invece siamo più appassiti, c'è più delusione, stanchezza. I corsi ed i ricorsi, gli eterni giri di qualcosa che non si è risolto, e che anzi quando è sembrato vicino ad un qualche tipo di improbabile svolta, è paggiorato. E così si affronteranno i prossimi giorni, le prossime settimane, i prossimi mesi: alla giornata, senza un piano che non sia quello di aspettare che cali una scure.
Non si capisce un cazzo di quello che ho scritto, vero? E' vero, non si capisce nulla, a volte faccio fatica persino io a capirmi. Non come un maledetto pensatore 'ah nessuno mi capisce', quella merda lì da 17enne scemoinsomma, ma proprio come approccio razionale. Insomma, che tocca fare? Quali decisioni prendere, quali aspettare? Quali far prendere? A volte penso che forse sono troppo in balia del vento, poi mi ricordo che anche aspettare e tessera pazientemente una tela benefica è quello che distingue gli idioti dagli impiegati del catasto. Forse sono entrambi.