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venerdì 25 settembre 2020

La gloria del COVID nelle macerie umane





Ogni giorno - anche più volte al giorno - da mesi vado a controllare le statistiche sul COVID: quale paese sta affossando, quale migliorando, il disastro scritto di USA, UK e Brasile ricordandomi cosa sarebbe successo anche in Italia se avessimo avuto il merda come Presidente del Consiglio, dove ci sono molte terapie intensive, cosa succede in Armenia (dovevo andarci nel 2021: la vedo male), se in Nigeria la situzione è sotto controllo (chi ha mai letto un autore nigeriano? Sono 3 anni che devo comprare un libro di Saro-Wiwa Noo) e quanti test si fanno in Afghanistan (non pochi, si vede che sono per tutti i ricchi in loco?). 

Ogni giorno sto lì, vedo linee nere sfondare pericolosamente le barriere della civiltà, ascolto Trump dire eresie (quanto mi costeranno tutte le sue esternazioni vergognose? Scatterà una guerra civile che si propagherà a macchio d'olio in tutto il mondo e dovrò rifugiarmi in montagna con solamente 3 tomi russi dell'800? Quei selvaggi col cappellino rosso cominceranno a sparare a cazzo sui neri? Ah no, già lo fanno da 300 anni, nessuna novità), sento Bolsonaro ricordare che 'tanto bisogna morire tutti'. Comincia tu, allora.

E' mai esistito qualcuno di più ripugnante di Bolsonaro? Quel miscuglio puzzolente di malaffare, fascismo, finto cristianesimo, omofobia, culto superomistico del nulla, militarismo, aggressione perenne al vero ed alla decenza. E' mai esistito? Sì, ne abbiamo uno identico in Italia, per fortuna non sempre molto lucido.
Mesi fa ho guardato una serie brasiliana che prometteva bene e poi è diventata innocua, inutile, persino fastidiosa (come 3%, come un racconto mal riuscito, come il Brasile stesso nella mia vita direi): O Mecanismo. C'era anche Bolsy: 
O Brasil acima de tudo. Deus acima de todos. Pensavo di essere in Italia. No forse stiamo messi meglio, tutto sommato.

Ogni giorno dimentico un po' di più il terrore vissuto qui in Italia, quando contavamo ogni giorno le bare a migliaia - per sfiga, incompetenza, malafede - e non sapevamo cosa fare, come uscirne, come proteggere noi stessi e la parte più debole della società. Ogni giorno penso a quelle settimane, quei mesi, passati chiusi in casa, a leggere, vedere serie. A cucinare. A dormire con quel misto di preoccupazione imposta, ottimismo della ragione (e dell'irrazionalità), la gente che cantava (ma che cazzo ve cantate?), il lievito che non si trovava più per fare il pane, i 3 bicchieri di vino a pasto per ricordare ma sopratutto per dimenticare.

Nel frattempo ho perso il mio orologio blu che usavo da anni - Decathlon, 10 € - e sono passato ad un bel CASIO vintage anni 80. Ora il quadrante è digitale. Bisogna ricordarsi del passato, anche quando sembrava il futuro.


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