Ad Link

sabato 15 settembre 2012

Il grande inventore di post notturni




Era in ritardo, come al solito. Io ero appena uscito da una giornata di lavoro massacrante. Capi inetti, cafonaggine varia, autobus sporchi, pieni di italiani indecenti e stranieri senza rispetto non per gli altri, ma nemmeno per sé stessi. Roma sempre più sporca, senza vita, affossata dalla propria totale mancanza di decenza. Roma senza morale, invasa da truppe più crudeli di quelle naziste. Senza pietà nei confronti del gusto. E aspettavo, già incazzato.

Sono nel traffico, dai, arrivo.
E sbuffavo per la sua incapacità nel capire che mettevo la puntualità al primo posto dei valori dell'umanità. Prima della fame nel mondo, c'era la precisione, la grazia degli orari rispettati, delle coincidenze dei mezzi pubblici, la meraviglia dell'ottenere ciò che t'è dovuto nel tempo prestabilito. Poi era arrivata e s'era beccata, per almeno 45 secondi il mio astio affannato e stanco. Una cazzo di volta che arrivassi in orario.

Poi però aveva sorriso, E dai, scusa, c'era traffico, ma non era né un sorriso gonfio d'allusioni sessuali, né complice, né suadente: era il suo sorriso onesto e pieno d'affetto, colmo di semplice dolcezza. Aveva sorriso e mi aveva detto di prenderle una cosa nella borsa. Ecco, aveva portato il panino (incartato nella carta argentata), la Coca. E sotto c'era Open, il libro di Agassi che volevo leggere da mesi. L'avevo guardata e aveva sorriso di nuovo. Pazienza se non fossimo arrivati in tempo al concerto.

Ma poi ce l'avevamo fatta: l'Auditorium era lì, entro pochi minuti Beethoven sarebbe risuonato nelle nostre orecchie pavide, nell'indifferenza del mondo. La rivoluzione tedesca avrebbe fatto il proprio corso, per una serata. Arrivavamo alla sala, e lei camminava con indosso un vestito da sera, che metteva insieme raffinatezza, classe, sobrietà, eleganza: istillava il desiderio lentamente, in modo quasi nascosto. Vederla accanto a me era non solo una soddisfazione personale, ma un credito che finalmente incassavo. Sì, il grande scrittore notturno passava alla cassa.

Credi proprio che tutte le tue ex ti rimpiangano?
Sì, le avevo detto. Oh, non dico che tornerebbero con me: la Cagna se n'era andata di sua volontà e aveva fatto di tutto per rendere chiaro il messaggio che se ne fotteva altamente della mia persona, eppure anche lei mi rimpiangeva, era certo. Lei come tutte. Le ex mi rimpiangevano, troppi perché, e accanto alle gioie ricevute, avevo accumulato anche anni di frustrazioni, delusioni, mancanze clamorose d'empatia. Quindi ora era tempo di gonfiare il portafoglio: il grande scrittore meritava il suo concerto di musica classica, la sua ragazza incredibilmente fine, empatica (tranne che per i ritardi, d'ogni genere), ed intelligente.

Il grande scrittore meritava di guardarsi accompagnato da lei alla sala principale, lui nella sua bella camicia nera, lei nel suo vestito delizioso. E di pensare che 2 ore dopo avrebbe dormito con lei, ed il suo cane, e la sua mano sospesa nel vuoto sarebbe stata l'ultima immagine prima della notte.

0 commenti:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...