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lunedì 19 luglio 2021

Così ha inizio il male

 


Per anni quando dovevo pensare al Male immaginavo Pinochet, lo stadio di Santiago, i militari, le mani di Victor Jara. Pensavo al sorriso crudele della dittatura, al cemento, alle botte. Pensavo a quegli anni in cui scrivevo la tesi (due vite fa, ai libri che leggevo sui massacri, ai film).

Da qualche tempo invece il Male si è trasfigurato nel volto di Bolsonaro. Il male è l’omofobia con la quale insulta il deputato brasiliano omosessuale, le parole con le quali mistifica una dittatura balorda, il modo di porsi rispetto alle istituzioni politiche ed umane, quel ghigno di merda quando di esprime, l’amore per le menzogna, per il raggiro del debole, la totale mancanza di empatia verso le vittime dei suoi crimini rispetto alle Verità durante la pandemia. Quando apro la Folha e leggo il suo nome segno quella piccola fitta di disgusto nello stomaco, forse la associo ai miei ricordi delle settimane passate lì (chi era presidente, o Gino?), forse la collego ai mali del mondo, ai porci fascisti verdi italiani, a Orban, a qualsiasi cosa non sia progressista ed empatica. O forse divento solo più vecchio, meno interessante, più astioso verso i livorosi.

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