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mercoledì 20 marzo 2019

Come Instagram sfiduciato nei confronti del mondo


Una sera ero ad un concerto: cantautore che era di sinistra, ambiente che era di sinistra, gente che era di sinistra (io in realtà avrei voluto vedere la Roma, ma non si poteva). Fortuna che almeno il concerto si teneva in un teatro e quindi poteva sare seduti (ero già vecchio e già non sopportavo quella orrenda gazzarra tutti in piedi).

Insomma mi ciucciavo tranquillamente l'intero concerto contando le canzoni che mancavano (neanche troppo male, durata meno di due ore, pochi pezzi fuori scaletta: certo non stavo vedendo la Roma) e verso la fine partivano le due o tre canzoni più famose del famoso cantautore che di sinistra e che piacciono tanto alle persone che erano di sinistra (bei pezzi tra l'altro, d'amore).

Si alzanavo ed uscivano dai propri posti una madre, 50enne che probabilmente non trombava da anni, e la figlia 19-20enne, che probabilmente non trombava da 2 ore, e cominciavano a cantare la canzone, abbracciandosi. Fin qui OK, potevo tollerare.
Dopo essersi alzate ed aver iniziato a cantare ed aver iniziato ad ondeggiare come due salsicce decidevano che non bastava e prendevano in mano il cellulare. OK.

Immaginavo volessero fare una foto, un orribile selfie di merda e OK potevo tollerare questa volgarità, la madre vuol immortalare questo momento con la figlia, mentre il padre si fa i cazzi suoi. Ma non basta: iniziavano una DIRETTA INSTAGRAM. Si riprendevano mentre stavano cantando il pezzo del  cantautore che era di sinistra. Si riprendevano per 2 minuti e in quel momento capivo chi  nella vita improvvisamente usciva fuori di testa e poteva tirare fuori un machete e radere al suolo qualche sedile.

Nella mia vita avevo assistito a scena orribili, solitamente io ne ero il protagonista, ma una cosa così volgare non la vedevo da anni.

Intanto la Roma aveva perso. Ero vecchio.

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