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martedì 20 agosto 2013

La mannaia del fallimento dell'Iowa





Una persona che quando morirà nessuno si accorgerà della sua assenza.

Così diceva il ragazzo, al padre. Era un film (semi)scemo: Kick Ass II, e certo la battuta non era né originale, né degna d'essere la pietra sulla quale fondare un nuovo genere letterario. Però aveva affondato il colpo. Un uomo la cui mancanza nessuno avrebbe sentito, dalle qualità del buon padre di famiglia, ma silenziose, impercettibili per chi  non avesse abbastanza pazienza da osservare le cose con passione e distacco e allo stesso momento. Quindi per nessuno. Un uomo che conduce la propria vita nei limiti della propria mediocrità, sforzandosi per anni di vincerla e poi rassegnandosi dolcemente e con impotenza. Un uomo che sarebbe morto nel dolore di pochi, nel dubbio di essere persino in grado di causare un dolore che andasse oltre quello socialmente ed eticamente richiesto. Sarebbe scomparso nelle sue lenzuola da classe media, in un ospedale mediocre (ma che soddisfaceva comunque i criteri di qualità fissati dal Ministero della Salute), nella sua casa di campagna, mentre contava quanti soldi avrebbe potuto investire nei regali di Natale. Nessuno si sarebbe accorto della sua mancanza, un giorno non ci sarebbe più stato ed ogni ridicola e fondamentale azione umana sarebbe comunque andata avanti. 

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