Ad Link

martedì 1 maggio 2012

Hunger


Storia dello sciopero della fame del 1981 di Bobby Sands e compagni, contro le politiche della Thatcher in Irlanda del Nord e le condizioni dei carcerati.

Dopo il successo di Shame (perché?) viene distribuito anche in Italia il primo film di Steve McQueen (no, purtroppo non quel Steve McQueen), nonché prima collaborazione con Fassbender, nel frattempo divenuto sex symbol un po' di tutti.

Elogi sperticati della critica nazionale e non, spettatori entusiasti, film dall'alto impegno civile e storico. Eppure. Eppure personalmente non l'ho amato. È lodevole che un film tratti argomenti come quello di McQueen e possa contribuire a forgiare coscienze e giovani. Ma l'etica non è purtroppo sempre inscindibilmente legata all'estetica.

Nel film abbondano purtroppo metafore facili (i pugni sanguinanti del carceriere sono le ferite della coscienza inglese), dialoghi didattici un po' troppo schematici (la bella lunga sequenza tra Sands ed il prete), scelte a favore di un lirismo da quattro soldi (i flashback sull'infanzia, gli uccelli che volano via) non esattamente proprie di un film d'autore.
Di più, non riesce a svilupparsi empatia con i personaggi, e si resta distaccati dalle vicende, senza il necessario coinvolgimento emotivo. Si ha ovvero l'idea di guardare un documentario mal girato. Persino la morte di Sands ha un ché di liberatorio.

Certo alcune sequenze sono di forte impatto (i pestaggi, l'usare gli escrementi come protesta, la voce [reale] della Thatcher in alcune scene), il rapporto con la fisicità dei personaggi è ben sviluppato ed il film è certamente migliore di tanti altri che si vedono in giro, ma il duo McQueen/Fassbender si ripropone come coppia più sopravvalutato degli ultimi anni.


Voto 6/10

Ps

Il mio personale consiglio sul carcere e le lotte IRA/UK rimane Nel nome del padre.

0 commenti:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...