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martedì 10 aprile 2012

Giorno di festa



Era giorno di festa e allora la metro era più sporca e vuota del solito. Lei era appena andata via. M'ero seduto su una dei sedili di Policlinico (sì, quella stazione completamente interrata, triste, buia, costruita come fosse l'avanguardia moderna d'un paese del terzo mondo degli anni '40), accanto a due straniere. Parlavano inglese, avevano calze a coprire le loro gambe scoperte in un modo un po' ridicolo e troppo sincero.

Il convoglio era arrivato. Era di quelli nuovi, che già stavano diventando vecchi. Era un giorno di festa e allora dentro non c'erano lavoratori stressati, studenti fuori corso, e ragazze ancora inconsapevoli d'essere rimaste incinta la sera prima nel parcheggio accanto a casa ("sì, usa pure quello, la sera è vuoto e non ti vede nessuno, stai tranquilla, io ci sono stata con Marco 3 sere fa"). C'erano solo stranieri, zingari a chiedere l'elemosina in modo distaccato, quasi fosse un noioso adempimento burocratico, qualche vecchia finita lì per caso e bori di periferia finita in gita in centro.

M'ero seduto e le due inglesi s'erano messe accanto a me. Di solito avrei pensato che l'avessero fatto di proposito, ma stavolta, sentitole ridacchiare come 2 sceme, m'ero convinto che non c'entrassi nulla. Il caso aveva voluto così. Mentre pensavo ai cazzi miei m'ero accorto che la puzza era diventata più insostenibile del solito (lavarsi, nel 2012 era diventato un optional per italiani e stranieri, la manutenzione del mezzo pubblico una pretesa da comunisti giacobini), e che davanti ai miei occhi erano seduti 2 rifiuti periferici. Uno eroabiondo tinto, indossava una maglietta con su scritto "Magliana Criminal" e aveva dei jeans chiari sgarati e bucati di fabbrica qua e là. L'altro una felpa con il logo enorme di una marca. Entrambi avevano facce da tonti, violenti ed ignoranti. Le pettinature riflettavano il vuoto cosmico che probabilmente abitava il loro cervello. Dovevano aver pensato, almeno inizialmente, fossi amico delle inglesi, ma poi avevano evidentemente cambiato idea.

Ao hai visto quee due?
Chi?
Questa qua davanti
Anvedi che spacco, che sorche
Ao ma che noe senti che parlano strano
Nzo italiane
So nglesi
Ao come se dice leccame er cazzo ninglese?
Eddaje nun fa lo stronzo, avvicinamose
E chi a parla quaa lingua
Daje je dimo du cose e è fatta, so nglesi
Si ce stanno ste due gia meo sento
Hai visto camo fatto bene de pia a metro


Le due s'erano accorte della presenza dei due morti viventi, ma non avevano dato pesa alla cosa. Anzi sembravano divertite. Era una situazione che nel migliore dei casi si sarebbe risolta con una scopata squallida e sporca (sporca nel senso igenico del termine), nel peggiore come un fatto di cronaca nera. Comunque ero arrivato a Termini, dovevo scendere. Addio inglesine, che la sorte sia con voi.

Ero uscito dalla stazione metro e m'ero diretto alla partenze ferroviarie. Il mio treno aspettava sul suo binario. Era sporco. I sedili erano così stretti che non era possibile sedersi uno di fronte all'altro senza toccarsi le ginocchia. Il riscaldamento era al massimo, malgrado fuori ci fossero 15 gradi. Davanti a me c'era un'allegra famiglia di polacchi. Non capivo cosa dicevano ma doveva essere stata una giornata felice. Io sudavo.

Dietro di me c'era un gruppo di 17enni. Una si lamentava del fratello che non capiva un cazzo. Un'altra che il padre le rompesse troppo i coglioni. Una terza aveva imprecato al telefono in modo così violento che non avevo capito se le maledizioni fossero rivolte ad un ipotetico ragazzo (chi se la sarebbe mai scopata un'isterica simile?), sua nonna o un antico maya venuto a farle visita a casa.

Sticazzi.
Il treno era partito. M'ero messo a leggere Il Giardino delle bestie. A breve sarei tornato a casa, anche se sulla via della stazione i lampioni erano oramai rotti da mesi. Poco male, era stata una giornata di festa.

3 commenti:

  1. Non so se mi piace di più l'etichetta "2 inglesi" o le pettinature che riflettono il vuoto cosmico che alberga nei cervelli dei tipi.

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  2. @nereia ah-ah: brava! la chicca dell'etichetta era notevole secondo me!

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  3. Anche l'orario dei commenti è sui generis.

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