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sabato 10 marzo 2012

Miracolo a Le Havre



Lustrascarpe di Le Havre si trova ad aiutare un ragazzino africano (clandestino) nei suoi progetti di fuga per Londra. Intanto sua moglie è all'ospedale per un cancro. Non tutto è facile. Ma neppure difficile.

Il titolo italiano, che aggiunge "miracolo" a quello originale è forse più azzeccato: siamo davvero di fronte ad un miracolo. I cittadini, tranne qualche eccezione (Jean Pierre Leaud, enfant prodige di Truffaut, ora ridotto ad interpretare un  vecchio 70enne delatore) si aiutano tra di loro, la polizia è umana e compassionevole, i tumori devastanti si placano, le mogli tornano dai propri mariti anche dopo le peggiori liti e tutto sembra a portata di mano. E così, ogni cosa inverosimile sembra trovare posto e soluzione nella sinfonia di Kaurismäki.

André Wilms è uno splendido protagonista che non può non ricordare, almeno fisicamente Charles Bukowski,e che non perde mai la propria dignità, ed anzi, ricorda che tutti, anche gli ultimi, hanno una loro ragione d'essere e possono sempre rivelarsi utili per gli altri.

Kaurismäki confeziona un film alla vola lento e piacevole, melodrammatico e comico, neorealista e fantastico, dove tutto ha fascino senza mai essere di maniera. Certo, il buonismo fiabesco e malinconico del film potrà aver irritato i cinici e quelli che apprezzano solo film pseudo filosofici alla Faust, ma è così bello ad appagante assistere ogni tanto ad un miracolo vero ed (in)aspettato: un lieto fine sentito.


Voto 7/10

Ps

Bello il rock nordico di alcune canzoni, ricorda lo splendido L'uomo senza passato di una decina di anni fa.
E com'è bella ed affascinate Le Havre.

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