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lunedì 27 febbraio 2012

Il vecchio polacco stava per attraversare la strada


Guardava avanti con aria seria e disincantata. I lavori pubblici attorno a lui fervevano ultimamente. Di più, nelle strade oltre ai compaesani che riconosceva dal rumore della camminata, incontrava sempre più spesso stranieri, studenti di altre città, turisti. Loro li riconosceva dalla lingua - che non riconosceva - e dalla parlata, sempre un po' su di giri e poco sobria, come se fossero parte di un film americano mal diretto.
Aveva esitato leggermente di fronte ai due ragazzi (francesi? tedeschi?) che stavano attraversando la strada di fronte a lui e poi s'era distratto guardando la ripavimentazione della sua via. Tutto pareva lentamente mutare, giorno dopo giorno. Eppure il ghetto era sempre al solito posto e le piazze adempivano ancora alle stesse funzioni. E anche lui cercava di rimanere fedele alle vecchie convinzioni ed ai propri fallimenti. Non riusciva ad essere malevolo, preferendo sciogliere ogni impeto di rabbia in sorriso sconsolato. Non capiva la maleducazione che vedeva intorno a sé: quei ragazzi chiassosi, quel fare vistoso, quella frenesia imposta dalla modernità. Quel modo cafone ed aggressivo che lentamente prendeva piede nei figli dei suoi amici. Forse era solo una moda: i ragazzi dopo la fase della contestazione fine a sé stessa sarebbero tornati nei ranghi. Erano figli di gente seria, dopotutto. Lui preferiva ancora andare a bere un caffè e salutare la vecchia amica che da anni aveva lo stesso negozietto nella stessa via e che oggi aveva venduto una cartolina in bianco e nero a 1,5 Złoty ad un turista che le aveva parlato in inglese. Lei aveva risposto in tedesco, quasi come un riflesso condizionato. L'episodio aveva un ché di triste.
Per sera avrebbe comprato delle rape, e poi avrebbe guardato un film alla TV. Domani si ricominciava e lui avrebbe calcato le stesse vie.

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