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giovedì 9 febbraio 2012

Il Nuovo Governo


A Terrafelice il governo era cambiato.
Dopo anni di vessazioni da parte di quello precedente, c'era stata una svolta, ed era stato formato un nuovo gabinetto. Di responsabilità. Per Unire il Paese. Promuovere doverosi sacrifici per il bene comune di tutti: vecchi, giovani e bambini. Il Nuovo Governo avrebbe finalmente riportato la moralità al centro del dibattito pubblico. Anzi: avrebbe chiuso la stagione delle polemiche e dei dibattiti: solo onestà, niente più discussione. Le resistenze erano tante certo: il governo precedente (quello corrotto, cattivo, pieno di signore dalla dubbia moralità, e di gentiluomini che pensavano più ai propri interessi che a quelli della sacra patria) aveva lasciato solo macerie. Economia in crisi, disoccupazione alta, infelicità galoppante. Ma ora i nuovi ministri avevano ben chiaro quale fosse l'obiettivo e come raggiungerlo in tempi ragionevoli.

Il Nuovo Governo aveva deciso che dato che per alcuni non v'erano certezze, sarebbe stato meglio non darle più a nessuno, le certezze. L'equità passava anche attraverso misure simili. Non dovevano più esserci privilegiati, come quando era in carica il Vecchio Governo. Basta con ministre diventate tali solo per le loro grandi abilità labbiali (erano grandi oratrici). Basta con i sottosegretari che associavano alla parola famiglia il volto serafico di Marlon Brando e non quello dei Nostri Ragazzi.

Ad esempio, forse non era più il caso che i giovani pensassero di poter lavorare una vita intera nella stessa azienda. Occorreva scoprire il valore del viaggio, del cambiamento, della novità. Il salumiere, quello che ora lavorava ai Supermercati della Felicità e che ogni giorno affettava prosciutti e tagliava salsicce avrebbe dovuto cambiare azienda ogni tanto. Fare esattamente la stessa cosa che faceva precedentemente, ma sotto un direttore diverso. Sarebbe certo stato più stimolato, ed avrebbe affettato meglio il salame ungherese. E l'impiegato che lavorava in contabilità, perché vederlo ammuffire per anni nello stesso ufficio? Cambiare, questo era il verbo. Se possibile per guadagnare di più. I maligni replicavano che probabilmente nessuno avrebbe guadagnato di più e tutti avrebbero guadagnato di meno. Ma erano, appunto, maligni. Cento euro in meno al mese, ma la soddisfazione del cambiamento. La gioia del rimettersi in discussione. Essere salumiere free lance. Essere imprenditore di se stesso, in un mondo di salumi e mozzarelle di bufala. Il partito dei maligni, questo non lo comprendeva, anchilosato com'era sulle sue vecchie posizioni conservatrici.

Accadeva poi che per far passare il messaggio, il Ministro Pagnottelle ricordasse a tutti che il posto fisso era un'illusione. Che bisognava conoscere, lavorare lontano da casa, dalla propria famiglia e dalla propria fidanzata, vedere mari e monti e girare per l'Indonesia alla ricerca di ogni posto disponibile. Bisognava lottare ed essere pronti ad affrontare la Grande Muraglia della Vita. E lo diceva con convinzione ed ardore. Il partito dei maligni però, come al solito, malignava. Si veniva a sapere, che, per caso, la figlia del ministro stesso era impiegata presso organi statali. Che per caso, non lavorava poi tanto lontano dai suoi genitori e della sua vita. Che guadagnava bene, persino più del salumiere free lance. Malignità. Per lei parlavano le cifre, i dati, il CV. Era giusto avesse ottenuto quel posto, diamine. Ma il partito dei maligni era tenace: ed il mezzo milione di personale iperqualificato che però non ha un posto di lavoro fisso, ben retribuito e stimolante? Come rispondeva il governo in merito a tutto ciò? Ma il Ministro Pagnottelle aveva però altro da fare che evadere le richieste dei maligni: responsabilità più urgenti lo chiamavano. Ad esempio c'era quella figlia di quel suo collega che stava cercando lavoro...

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