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giovedì 8 settembre 2011

Lasciando l'Hauptbahnhof di Monaco


Me ne sono andato via un anno fa. Non ricordo se fosse l'8 o il 9 settembre. Mi piace pensare che sia stato l'8: rende la cosa densa di sapori metaforici. Ho già scritto troppe volte del viaggio, della speranza di trovare qualcuno che mi corresse in contro alla stazione, piangendo, implorando e sussurrandomi frasi sceme e dunque vitali. Sì, ho già detto tutto.
Sono arrivato a Termini alle 9 di sera. C'era mio padre che non vedevo da 10 mesi che m'aveva comprato un libro di Marco Travaglio. Una raccolta dei suoi articoli sugli anni (ridicoli) del Governo Prodi. Credo fosse la prima volta che mi vedeva piangere, dopo i 12 anni. C'era mia sorella che era contenta di riavermi a casa, dopo i 2 anni da giramondo. Mia madre m'aveva fatto trovare una bottiglia di vino. "Che bello riaverti a casa". Abbiamo visto l'ultima puntata di True Blood. Ci avevo trovato alcune analogie con la mie ultime vicissitudini. Ma si sa, quando s'è disperati non si pensa più in modo razionale e si cercano punti di contatto con qualsiasi idiozia. Pochi giorni dopo sarebbe iniziata L'Oktoberfest a Monaco. Avrei dovuto passarci grasse serate imbevute di aspettative. Ma di condizionali, si vive e spesso si muore.
Me ne sono andato un anno fa. I passeggeri del trenino regionale che mi portava alla Stazione Centrale di Monaco mi guardavano incuriositi. Il ragazzo con tutte le sue valigie, la tracolla, un quotidiano in inglese, una rivista italiana, il biglietto tedesco e le lacrime europee. La stazione di Monaco era fredda, organizzata e senza troppe speranze come l'avevo trovata il giorno in cui ero arrivato, quasi un anno prima. In un certo senso i venti del fallimento già soffiavano prima ancora d'iniziare. Solo che quando si rifiuta di guardare le cose per quelle che sono, s'è felici ed assolati anche su Plutone. Già.


A mano a mano si scioglie nel pianto
Quel dolce ricordo sbiadito dal tempo
Di quando vivevi con me in una stanza
Non c'erano soldi ma tanta speranza
E a mano a mano mi perdi e ti perdo
E quello che è stato ci sembra più assurdo

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