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giovedì 1 settembre 2011

Remembering the 1st of September


Dovrei scrivere qualcosa perché oggi è il primo settembre, e quindi, forse, andrebbe celebrato quest'anno trascorso. Forse dovrei fare un post scrivendo frasi invernali, descrivendo tristezze e vantando depressioni.
Il bel ragazzo piangente, che intenerisce la sua vicina di posto sull'autobus. O forse dovrei invece buttare giù qualche riga di strafottenza e goliardia, elencando donne e conquiste, serate e birre, amici e viaggi, spese e foto fatte in serate gioiose. Dovrei fare il distaccato che se ne frega, quello ancora troppo coinvolto che non riesce ad andare avanti, lo scemo con la birra in mano che lancia sorrisi ironici alla ragazza in fondo al pub, il solitario che legge i suoi libri di Saramago e Bukowski sulle scale di Viale Glorioso. Dovrei rendere l'idea di essere sentimentalmente in stato comatoso, pur avendo ancora la capacità di provare emozioni, ma solo dopo il 3o bicchiere. (Contano?)

Dovrei (ri)scrivere che il 1o settembre 2010 è stato il giorno più orribile della mia vita, che son finito a vagare per le vie di Monaco, da Pasing a Kolumbusplatz, saranno stati 6 km, piangendo come un disperato e quindi come un idiota, lasciando messaggi in inglese sulla sua segreteria telefonica, mandando sms imploranti, e finendo a bere una birra con un'amica ucraina. Mi ricordo che le lacrime finivano nel boccale. E lei mi sorrideva. Dovrei magari riservare qualche parola, frase, pagina astiosa nei confronti dell'essere infame.
Dovrei scrivere che della stronza non mi importa più nulla, che A., giace morta e sepolta e che vado avanti.  Dovrei scrivere che trovo un sacco di conforto nei miei libri, il cinema e le persone nuove che conosco. Dovrei scrivere che cancello ricordi, butto vecchi conti di alberghi ungheresi e biglietti della metro tedeschi. Dovrei maledire me stesso, prima di tutto, perché io sono l'unico responsabile della mia vita e dei miei fallimenti, e dare la colpa a vecchie ragazze è ridicolo. La colpa di cosa, poi?

Dovrei scrivere magari di quella sera d'agosto quando andammo a cena dagli amici comuni e un'amica mi disse, sottovoce, mentre scattava la foto: "god, i'd run away in everywhere with a man (?) like u", ammiccando ad eventuali tradimenti. E io mi limitai a risponderle, sottovoce: "sorry i'd never betray a., I can't." Lei però, probabilmente, poteva.
Dovrei scrivere dei viaggi, fatti e progettati, delle birre, delle giornate trascorse a parlare, e dei libri. Dovrei scrivere un sacco di cose, sì.
Però, non mi va più. Aspetterò il prossimo 1o settembre.

6 commenti:

  1. So perfettamente come ci si sente quando sembra che ti strappino il cuore dal petto, quando cadi dalle nuvole con un tonfo che ti rompe tutte le ossa, quando la persona a cui avresti affidato la tua vita ti delude con una violenza che non credevi possibile. Ci sono poche parole, ho imparato che ognuno vive certi dolori a modo suo e che nulla può alleviare il senso di fallimento, se non ci si convince da sé.
    Una cosa, però, mi sento di dirtela. Non sei tu, il responsabile di questo fallimento. Hai amato, ti sei messo in gioco, immagino abbia dato tutto te stesso. E' andata male, è stato un investimento sbagliato, forse ti ci vorrà ancora molto tempo per riprenderti del tutto, forse ogni 1° settembre sentirai un colpo al cuore. Ma almeno potrai dire di aver avuto il coraggio di osare ed amare, e ti assicuro che non è da tutti.
    In ogni caso, il mio consiglio di pensare ai lati positivi della singletudine rimane valido! Ti abbraccio

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  2. ...preoccupati di fare e ricordare ciò che ti rende felice!
    Per il resto c'è sempre tempo..
    ;)

    C

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  3. @iris il fallimento è sempre di chi patisce le conseguenze. Non importa che tu ti sia speso, e che, in fin de' conti, non trovi davvero nulla da rimproverarti, ma che anzi, hai fatto tutto l'umanamente possibile (andato via di casa, questionato con la famiglia, mollato il lavoro, viaggiato per mezzo mondo, scansato orde di possibili tradimenti, etc etc), non importa nulla. Se volevi stare con qualcuno, che adoravi in modo terribile, dogmatico, come fosse una legge da seguire, e quel qualcuno per le ragioni più assurde ti ha scartato, il tuo rimane un fallimento. Non sei stato in grado, malgrado la volontà, di fare in modo lei (lui) provasse per te gli stessi sentimenti. Che dipendesse da te nello stesso modo cieco con il quale tu dipendevi da lei. Non hai fatto in modo di essere qualcosa di più de "il ragazzo italiano che conobbi in Austria e con il quale stetti 16 mesi." Non contano le intenzioni. Non conta la buona coscienza. Non conta nulla, se non che quel giorno, ti sei ritrovato una lettera in mano in cui lei (lui) ti abbandonava. Tu diventavi un numero del passato e lei, il martello del futuro. E adesso, tu scrivi un post il 1o di Settembre, astioso e gonfio d'amore e lei se ne sta in qualche parte del mondo con qualche persona meravigliosa che non è te.

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  4. @c E' vero, c'è sempre tempo per il resto. Tocca solo trovare la forza di afferrarle le altre cose. A volte è semplice, altre pare quasi impossibile. Ma ci lavoro su, con risultati alterni ;-)

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  5. Per un po' l'ho pensato anch'io. Ma, sembra retorica, comincia invece a prendere in considerazione quello che LEI s'è persa. Non sei una persona mediocre o banale, sono convinta che le avresti dato ancora molto.

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  6. ..DAJE!
    Ci sono tempi che profumano di cammino, lungo, in salita, con "risultati alterni" ma sempre cammino è.
    ;)

    C

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