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martedì 13 settembre 2011

Ciò che è giusto e ciò che non lo è - Libertà


Reduce da una traversata in nave dalla durata di minuti 60, ero appena rimasto scioccato (o shockato?), ed ero sbarcato con fiducia sempre minore nel genere umano. Sì, perché mentre io leggevo con sobrietà Libertà, di Franzen, seduto su una panchina sul ponte numero 6, nave Moby e con lo sguardo che ogni tanto tradiva le pagine per guardare verso il mare (senza darmi arie poetiche, sia chiaro), si erano avvicinato ai miei poveri occhi due coppie di 25-30enni anch'essi diretti all'isola in questione.

Ora, tutto è lecito, chiaro. Anche essere coglioni, altrimenti il mondo non soffrirebbe di problemi di sovrappopolazione. E' concesso persino andare in vacanza in 4, due coppie, una macchina e zero cervelli. Davvero, è concesso. Ma è giusto mettersi di fronte al sottoscritto, conversando di idiozie colossali in un italiano approssimativo? Rispondo io, Sì, è giusto.

Ed è giusto lasciare accanto a me il proprio marsupio per poi controllarlo con lo sguardo ogni 2 minuti, nel timore che io possa rubarne il prezioso contenuto (5 euro? Un preservativo alla fragola? Un buono per lo sbiancamento anale? La foto di mamma e papà quando si sposarono 40 anni fa, brutti e poveri?), insomma è giusto lanciarmi a turno occhiate malevole - te hai la faccia strana, con quel tuo libro - e sospettose? Sì, è giusto.

Ed è giusto riuscire ad essere, malgrado madre natura non sia stata ingenerosa, così brutti e sgraziati per il modo di porsi, conversare, agitarsi e ridere? E' giusto, ancora.

Quello che però non è giusto, ma persino intollerabile e che a 5 metri di me, sia permesso di fare foto stile Titanic (lui dietro di lei, modalità teloappoggiocontroilculo, che le tiene le braccia mentre scrutano l'orizzonte), senza nemmeno quella parvenza di ironia, finta, che di solito accompagna questi scatti. No. Foto serie, alla Titanic. Ecco, questo non è giusto. E cozza contro la mia libertà di non assistere quotidianamente allo scempio che l'umanità perpetra contro sé stessa.

Il ritorno non l'ho fatto in nave, ma a nuoto. E' risultato meno faticoso.

8 commenti:

  1. Haha, non ci posso credere! Nave Genova - Olbia, ho assistito ad una scena simile ieri notte. Foto serie, con la luna piena. "Non è giusto" che quella scena abbia interferito con la mia esperienza di viaggio verso casa.

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  2. @elisa la gente dovrebbe avere il pudore di non rovinare le vacanze altrui rendendosi ridicola!

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  3. Una spinta energica e... pluff!

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  4. @iris mi manca sempre il coraggio per le spinte energiche..


    @michela: segnalo il tuo cv alla Crusca -.-

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  5. a volte un'onda più grande potrebbe essere risolutiva

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  6. Io e il b/f ancora commentiamo la scena di uno sfigato al Luxor di Las Vegas, che si mise in posa in ginocchio con il gomito appoggiato al ginocchio e il mento appoggiato sul pugno, mentre la sua donna gli scattava le foto.

    2 anni dopo siamo tornati sulla scena del delitto per ricostruire la scena ma non ne abbiamo poi avuto il coraggio.

    Comunque, post azzeccatissimo...

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  7. @asph daiiiii dovevi farla a quel punto la foto, te l'avrei pubblicata sul blog ;-)
    Sì, cmq , quei coglioni mi hanno rovinato la lettura di Franzen con le loro minchiate!

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