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sabato 11 giugno 2011

Un ricordo di una notte da leone


Era metà settembre 2009. Nella notte avevamo litigato. Se n'era andata alle 5, con il primo autobus. Avevamo litigato xké... boh. Era una discussione sui costumi da bagno maschili. Non ricordo altro. Lei aveva mi detto "fuck off", io le avevo risposto che era folle. Era andata a farsi una doccia e io avevo tolto da sotto il suo cuscino, il regalo che le avevo fatto (Il Cacciatore di aquiloni, O caçador de pipas) e che volevo farle trovare lì, a sorpresa. L'avevo comprato nel pomeriggio, alla libreria Siciliano. Mi ero messo a dormire ascoltando con le cuffie una replica della Gialappa's. Poi alle 5 lei mi aveva detto qualcosa. Io le avevo risposto solo "i don't wanna talk with you". Mi ero sentito offeso. Lei allora si era vestita e se n'era andata. Io avrei voluto correrle dietro, ma avevo i coglioni troppo girati. 12.000 Km per farsi insultare senza motivo, no, non ti sarei corso dietro, cara.

Alle 10 mi ero svegliato, ero andato a fare colazione. Ero in un continente che non era il mio, non conoscevo la lingua, faticavo ad orientarmi. E senza di lei, ero triste. Sì, triste, tutto qua. Ma quello era anche ed ancora il tempo in cui ancora credevo in modo assurdo, dogmatico, infantile, che saremmo rimasti sempre e comunque insieme: una donna non può mollare un uomo che lascia tutto per lei, no? E' vietato, o sbaglio? E quindi, il fatto che avessimo litigato, e che mi trovassi sperso per il Brasile, mi dava anche, in un certo senso, energia. Allora m'ero infilato una maglietta, i jeans e m'ero messo a girare per le strade brasiliane. Sì, camminavo. Guardavo le donne (chi l'ha detto che le brasiliane son tutte belle?) ed i ragazzi. Cercavo punti di riferimento in una nuova cultura. Non davo nell'occhio - sono inclassificabile, brasiliano, italiano, francese, tedesco, austriaco - ed ero persino affascinate. Dopo 1h m'ero detto che potevo andarmene al cinema. M'ero fatto a piedi a 3 km per il centro commerciale e avevo scelto Se beber nao case, (poi ho scoperto fosse Una notte da leoni, The Hangover) tanto il film era in inglese con i sottotitoli in portoghese, avrei capito. Ero entrato in  sala. Ero fiero di me: ero il 25 enne che se ne andava al cinema da solo in Brasile. Che non capiva un cazzo di portoghese  ma che girava per le strade post-coloniali. M'ero seduto in sala e le ragazzine davanti a me, m'avevano guardato con aria un po' curiosa. Chissà se il concetto di sfigato esisteva anche oltreoceano.

Il film era finito. Mi aspettavano i km per tornare indietro. Dopo un po' ero arrivato. Avevo aperto la porta. Lei dormiva, nel letto. Mi ero fatto una doccia, e poi m'ero infilato sotto le lenzuola. E l'avevo stretta a me. Era ancora il tempo dell'invincibilità e dei dogma a colazione. Già, era ancora quel tempo lì.

5 commenti:

  1. A me serve una timeline della tua storia con la tipa, perche' non ci capisco piu' niente...un momento eri in Germania, adesso sei in Brasile...con queste svolte narrative il lettore non ha speranza O__O

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  2. @afphodelia ahah, dai, le date le metto sempre. O quasi. Cmq Austria Gennaio - Luglio 2009, Brasile Settembre - Dicembre 2009, Germania Gennaio - Settembre 2010. E poi Italia. Ma da solo.

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  3. Mi ricorda un poco del primo estate che ho passato in messico nei anni di liceo, sono andata a vedere "Blow" da sola in un c.commerciale. Puo essere una esperienza ... intensa andare a cinema in un paese sconosciuto.

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  4. Io quando ero 'language student' 19enne qui in UK passavo ore e ore al cinema da sola. Era una delle varie strategie per non dovere tornare 'a casa' - che casa non e' mai quando sei dalla 'famiglia ospitante' - e di consequenza mi sono vista un sacco di film, imparando l'inglese.

    Credo che il maniaco da cinema sia una figura tutta italiana (io stessa in patria ne avevo beccati), qui non ho mai avuto problemi.

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  5. @aspho io vado al cinema da solo da anni (primo film fu Donnie Darko, tipo nel 2003). Mi sento a mio agio e mi piace persino di più che in compagnia. Riesco a respirare. Sì, pare strano, ma è così. All'estero,poi, assume un po' un sapore "mitico". Il ragazzo solitario che non parla bene la lingua e se ne sta seduto, in 5a fila a vedersi il suo film. E poi si alza e se ne va, guardando dritto di fronte a sé.

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