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domenica 12 giugno 2011

Il Ragazzo con la bicicletta


Cyril ha 12 anni e vive in  un istituto per bambini senza genitori. Il padre è andato via di casa senza lasciare informazioni. Un giorno incontra Samantha, che decide di provare a prendersi cura di lui. La convivenza non si annuncia facile.

Un film dei Dardenne (L'enfant, Il Matrimonio di Lorna, Rosetta), normalmente si riconosce dopo pochi minuti. Il Ragazzo con la bicicletta non fa eccezione: personaggi difficili, confrontati con le asprezze della vita, le piccole meschinità del genere umano, l'ambientazione periferica di disagio industriale, la possibilità di redenzione attraverso la forza dell'amore. Rifiutato del padre, (della madre non c'è traccia) Cyril si aggrappa ferocemente alla sua bicicletta, e pedala con forza, in salita e di notte, alla ricerca della propria salvezza. In questo senso è inquadrabile la "felice" e leggera pedalata finale sul lungofiume con Samantha: qualcosa è cambiato. Attorno al ragazzino si muovono adulti gretti, disinteressati, freddi, ipocriti, senza alcuna empatia. Ognuno è abbandonato al proprio destino, anche i bambini, e solamente il caso, solamente l'amore, può salvare dal baratro.

Asciutto, sobrio, amaro, minimalista, senza urla, lineare come un'infanzia travolta dal dolore. Il ragazzo con la bicicletta è l'esempio perfetto di come riuscire a coinvolgere socialmente ed emotivamente lo spettatore, semplicemente raccontando una storia. Una, come tante.

Voto 7+

Ps

Bellissima colonna sonora sulle note di Beethoven


5 commenti:

  1. @sabrina ok! mi raccomando: commenti e dissensi sn sempre benvenuti!

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  2. Concordo in pieno con il tuo giudizio. Come donna e mamma (si lo so è banale ma non posso esimermi dall'esserlo in questo caso) ho trovato di una straordinaria bellezza la figura di Samantha e per tutto il film sono stata in tensione per il bambino. Si vive la sua rabbia, anche quella non sfogata. Un bel dipinto senza false formalità

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  3. @sabrina Esatto. Per una volta i problemi sono presentati come sono, senza idizie retoriche, drammi immotivati, ipocrisie. Questa è la vita, queste sono le piccolo tragedie (invisibili) quotidiane. I registi non giudicano, si limitano a mostrare le scelte umane, con tutti i loro limiti.

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  4. bellissimo,commovente e molto legato alle tematiche odierne.Plauso a Samanta pollice verso al compagno per il suo egocentrismo e all'edicolante falso afflitto dal peggiore paternalismo,molto presente in molti padri moderni

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