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sabato 2 aprile 2011

Man on fire



Ex agente Cia, depresso, alcolizzato e senza più illusioni, accetta di fare da guardia del corpo ad una ragazzina ricca di Città del Messico. Il contatto con la giovane gli darà una nuova ragione di vita.

E pensare che Tony Scott voleva realizzare questo film (dal romanzo di A. J. Quinnell) da 25 anni. Evidentemente, la lunga attesa non gli ha portato consiglio. Il film è estenuante (140 minuti, manco fosse Kubrick), e senza vere qualità. Lento, con battute prevedibili (quasi alla Steven Seagal) ed una disgustosa morale buonista di fondo. Sembra essere la versione pacchiana di Kill Bill. Il montaggio, è degno di una pubblicità. Nell'accezzione peggiore del termine. Boh. Persino Wasghington sembra sottotono, quasi non ci creda nemmeno lui: in tutto il film rimane sempre la stessa espressione. Si parteggia quasi, per disperazione, con i cattivi.

Il finale, poi, è da oscar della mediocrità. Complimenti.

Voto 4.5/10

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