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mercoledì 5 gennaio 2011

Mamma Mia - Abba



In questo blog ci sono frequenti incursioni degli ABBA.
Sì sì, certo, so bene non si tratti di Bob Dylan, The Boss, i Beatles, gli U2 o i Pink Floyd. Capita che però ascoltando le loro canzoni orecchiabili, banali e melodiche, mi venga da pensare. Ogni tanto, penso.

I think you know that you won't be away too long
You know that I'm not that strong 
Just one look and I can hear a bell ring
One more look and I forget everything 
Mamma mia, here I go again
My my, how can I resist you
Mamma mia, does it show again
My my, just how much I've missed you 
Yes, I've been brokenhearted
Blue since the day we parted
Why, why did I ever let you go
Mamma mia, even if I say
Bye bye, leave me now or never
Mamma mia, it's a game we play
Bye bye, doesn't mean forever


E allora mi ritrovo a sorridere con l'aria del 17enne scemo che ha appena fatto l'amore (o sesso, fate un po' voi a seconda delle vs esperienze) ed a dirmi: "vuoi vedere che torna canticchiandomi 'sto motivetto e facendo uno  dei suoi sorrisi scemi?".
Ed è un sorriso gaio, leggero, quasi non fosse successo niente. Quasi avessimo litigato 3 minuti prima per decidere che panino avremmo diviso al Burger King di Tal, vicino Marienplatz.
Poi però, dopo qualche secondo, il sorriso tranquillo muta. E diventa amaro. Diventa pensante. Diventa verde. Anzi, non è proprio più un sorriso. E' un ghigno. Pieno di rancore. E stoppo questa maledetta canzoncina e maledico mentalmente lei, gli ABBA, Tal, il Brasile, la Germania, mia madre che mi partorì e Ronald Reagan.

Poi, guardo dallo spioncino della porta e vedo che non c'è nessuno, fuori, che sta arrivando canticchiando "Mamma mia, here I go again, My my, how can I resist you".
Sarà per un'altra vita.

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