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venerdì 21 gennaio 2011

Le misura da adottare



C'era una cosa che avevo intrapreso sin dal maledetto 1o Settembre: cancellare la sua esistenza fisica dalla mia vita. Misure draconiane.

Il primo passo era stato andarmene da Monaco: avevo buttato nel cesso il mio sogno tedesco. Bene. Quindi non l'avrei mai più rivista in vita mia, benissimo. Prendere il treno, mandare a fare in culo un futuro mezzo costruito. Tornare in Italia.

Poi avevo cancellato ogni numero di telefono, per non cadere in tentazione e chiamarla. All'inizio era servito a qualcosa, poi era persino passata la tentazione di sentirne la voce. Se avesse chiamato lei le avrei sbattuto il telefono in faccia. Ma lei non avrebbe mai chiamato.

Poi aveva deciso che non le avrei mai più inviato mail: tenevo ancora le 30.000 scambiate in 5 stagioni, ma non ne avevo mai più aperta una sola. Erano lì, in attesa si compiesse il loro funerale digitale. Avevo tolto la bella etichetta azzurra associata al suo indirizzo. Avevo messo l'etichetta in mezzo alle altre, non più tra le prima che appaiono sempre. Avevo cambiato il nome dell'etichetta in Bitch.

Poi avevo riposto TUTTE le sue cose in una scatola: camicia da notte, libri ricevuti in regalo, biglietti aerei ROMA - SAO PAULO, mezze confezioni di condom divise, disegni, taccuini, poesie, scontrini, imballaggi di cioccolatini, giocattolini scemi da bambini, tessere, tutto.

Abiurare ogni musica o film me la ricordasse. Canzoni portoghesi, tedesche, inglese. Coldpay, Joao Paulo e Daniel, Lacrimosa, etc. Non riprendere mai più in mano il libro di Richard Ford che stavo leggendo quando mi mandò a fare in culo.

Poi avevo dovuto fare la cosa peggiore: mettere via ogni foto. Non solo: ostinarmi nel non pensarla mai fisicamente, per poterne cancellare dalla mente il ricordo del viso. Ogni giorno impormi questa tortura. Cominciare a non ritrovarne più tutti gli angoli del viso e del corpo. Rendermi conto che non riuscivo più a rappresentarne mentalmente in modo perfetto le orecchie. Non poterne più disegnare gli occhi con precisione aliena. Già, cominciare a percepire le immagini in modo un po' più sfocato. Ricordare in modo automatico il colore della sua pelle, ma non più le dolci curve del suo naso.

Cancellare e sbiadire.
Divelgere e buttare giù.

Già, usare le poche forze residue, non più per costruire, ma per distruggere.

Ironico eh?

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