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lunedì 10 gennaio 2011

La ricerca della felicità



"Questa parte della mia vita, questa piccola parte, si può chiamare, felicità." 
E' così che si chiude (quasi) il film. In questo momento potrei dire, a proposito di me stesso: "Questa parte della mia vita, questa piccola parte (?), si può chiamare, infelicità."

San Francisco, anni '80. Chris è un venditore, in crisi economica ed affettiva. Sua moglie non regge le pressioni e decidere di abbandonare lui ed il figlio. Davanti a sé, uno stage non retribuito per diventare broker, ed il piccolo Christopher da mantenere, senza soldi. Inizia la sua personale ricerca della felicità.

Muccino m'è antipatico, ed è un regista sopravvalutato. Rammento ancora con orrore il suo Ricordati di me.
Tuttavia, con La ricerca della felicità confeziona un buon film. Scritto bene, diretto con bravura, ben interpretato. Ben confezionato.
Le disgrazie che si abbattono su Chris non lo scoraggiano mai, non lo portano mai ad abbandonare quel diritto "alla ricerca della felicità" sancito dalla costituzione americana. E così, senza soldi, con poche prospettive, e senza l'appoggio di sua moglie, il protagonista (ottimo, davvero, Will Smith) mostra che si può e si deve, andare avanti, senza mai perdere la dignità, e la capacità di sognare.
Ma sognare cosa?
Il sogno tipicamente americano. Il mito della realizzazione materiale. E' un film infatti, tipicamente americano, ed imbevuto di prospettive americanocentriche (eppure il regista è italiano..). Certo, Muccino non manca di mostrare che il rovescio della medaglia sia l'incubo americano: dopotutto, in Europa, un padre di famiglia non si ritroverebbe per strada con il figlio, solo per quattro multe non pagate ed un paio di mesi storti. Ma tutte la sfortune, i drammi che si abbattono sul premuroso padre ed il figlioletto al seguito (c'è persino una chiara citazione di Ladri di biciclette), sembrano esistere solo in ragione dell'immancabile happy end. Rendendo un po' meccanico l'intero film. Peccato.

Voto 7/10

Ps

A quando un film, non di nicchia, sull'uomo medio che messo di fronte alle sfide della vita, non ce la fa? Forse però non incasserebbe 160 milioni di dollari.

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