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sabato 15 gennaio 2011

La ragazza che mi conosceva male



Debbo essere onesto: la conoscevo male. E sopratutto, lei mi conosceva male.
Eravamo usciti, in amicizia, non più di 2 volte. E avevamo discusso un po' di tutto: politica, cinema, società, letteratura, poesia, vino, viaggi, amore, birra, famiglia, sociologia, storia. Non le avevo detto nessuna bugia (vabè, io non mento, a prescindere), e credo che avessi solo abellito un paio di dettagli. Non avevo fatto niente per provarci, dato che, con le donne, ho chiuso nella vita precedente.
Le avevo raccontato un po' della mia vita e lei della sua. Non c'era stato niente, ma proprio niente di ammiccante. Anzi.

Poi, c'era stato un momento di silenzio, non più di 10 secondi, e lei mi aveva detto:

"Scusa, ma non capisco come abbia fatto la tua ex tipa a lasciarti, sono sincera, non sto facendo l'ipocrita."

Io ero rimasto un attimo in silenzio.
Poi purtroppo le avevo dovuto risponderle: "manco io, dovresti chiederglielo di persona alla stronza".
Poi avevo aggiunto, ridendo, perché ero troppo codardo per dirlo seriamente: "e cmq avevamo anche una ottima vita sessuale, e parlo volutamente al plurale".
La discussione s'era chiusa lì. Non credo ci rivedremo più. Del resto, a me stava sui coglioni. Come del resto qualsiasi donna dopo la seconda uscita.

Lei era rimasta con i suoi dubbi. E io, da solo.

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