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giovedì 13 gennaio 2011

La maschera di amianto



Codici, comunicazione, ruoli, ricevente, emittente. Non era solo la lezione che stavamo facendo.

Tutto intorno, ognuno aveva già cominciato ad adempiere al proprio ruolo. A fare ciò che gli veniva richiesto. Ciò che era bene fare, in modo conscio. Ed inconscio. Dire, accettare, discutere, ridere, proporre, sorridere, ammiccare, invitare, dialogare. Dovevo interpretare troppi ruoli.
Fare domande totalmente idiote, perché il formatore (guai a dire docente) lo esigeva. Fare il simpatico un po' scemo. Fare il giullare. Fare la seria con i soldi, che però sa divertirsi. Fare la sgallettata borghese. Fare l'emigrata. Fare l'intellettuale. Comunque, se eri uomo comunicare immediatamente disponibilità sessuale. Se eri donna anche. Dire a mo' di difetto di essere polemici e poi annuire come un cagnolino. Mentire in modo spudorato, solo per farsi accettare, dal gruppo. Dal branco, semmai.

***

Chiaro, la maschera la debbo indossare ogni giorno. Ho evitato di indossarla con una sola persona nella mia vita, e quella se n'è andata, per sempre. Quindi la maschera andrà indossata fino all'ultimo maledette respiro. Il problema è che la maschera, è fatta di tela. Va bene per gli incontri superficiali, ma non puoi usarla tutto il giorno. Di fronte al fuoco, si brucia. Non è di amianto. La maschera ti permette di arrangiare alcuni aspetti, ma non di evitarli od eliminarli.
La maschera consente di fare un sorriso educato e transitorio, non di intavolare conversazioni sul nulla più totale. La maschera ti permette di sentire senza ascoltare, ma non di empatizzare, con esigenze lontane anni luce delle tue. La maschera è fragile, va preservata. La maschera è vita: trai ossigeno sociale solo con quella.

***

E, ora, oltre alla maschera, c'era anche un secondo dramma: non ti interessavano più di tanto le donne, in generale, a livello sessuale. No, per carità, non eri ancora diventato un piccolo moralista bigotto del cazzo, ci mancherebbe. E' che non ti interessava (più?) fare il galletto per beccare con la prima squinzia che capitava sottomano. Non ti avrebbe portato niente. Quindi perché dannarsi. Perché dover mettere una maschera sulla maschera? Interpretare qualcuno che interpreta qualcun'altro: metacinema. Metavita. Troppe complicazioni. Meglio una sana distanza disinteressata. Tre mesi e poi via, da qualche parte. Nove mesi e poi via, da un'altra parte. Due anni e poi via. Vendermi o non, non era solo una discutibile questione di etica personale. Era diventato disgusto per le altrui piccole meschinità e per i ridicoli codici sociali da rispettare. M'accontentavo di essere educato.

***

C'è di più. Cominciavo a credere nello spirito dei popoli. Ed era un male. Pericoloso.

2 commenti:

  1. "Il problema è che la maschera, è fatta di tela. Va bene per gli incontri superficiali, ma non puoi usarla tutto il giorno."
    Questo è il problema!Scommetto che durante la tua ultima relazione la mancanza della maschera ti ha reso la persona più felice del mondo!

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  2. @_giovylicious hai scommesso bene. infatti per 16 mesi sn stato la persona più felice del mondo, davvero, non dico tanto per dirlo. e vedere che l'unica persona con la quale sei stato te stesso,e per la quale hai dato nervi e sangue, se ne va, non è il massimo. Anzi: è atroce.
    Il fatto non è che sia dura portare la maschera: è dura TORNARE ad indossarla.

    RispondiElimina

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