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domenica 23 gennaio 2011

Heroin, Velvet Underground




Sentire Heroin, dei Velvet Underground, da qualche settimana. Ed, improvvisamente, mentre cammini sotto la pioggia (senza ombrello: devi differenziarti anche nelle cose più ridicole) capirne il significato. Avere quelle illuminazioni sceme, condite da un sorriso vuoto ed un alzata di spalle.

And you can't help me not, you guys
And all you sweet girls with all your sweet talk
You can all go take a walk


Non voglio le vostre parole, non voglio i sorrisi delle ragazze sconosciute (sebbene, da piccolo mediocre egocentrico, mi facciano piacere), non voglio inviti a cena. Non voglio essere consolato. Non voglio essere aiutato. Anche perché sono un grande realista: non posso esserlo. Oh, ma niente arie da maledetto, da emo, da cazzone romantico di periferia, da vecchio poeta talentuoso ridotto in povertà, no no: datemi la medicina ed io la prenderò. Ma deve funzionare.
Datemi gli intidepressivi, datemi il vino, datemi una scopata, datemi un libro, datemi l'eroina,  datemi una donna, datemi una partita di calcio, datemi un caffè d'orzo, datemi una lingua nuova da imparare, datemi un lavoro: io eseguirò, se mi porterà a star meglio, davvero. Lo farò. Con deferenza massima. Sarò il soldatino austriaco più devoto che ci sia al mondo. Ma deve funzionare. Altrimenti non parlate. Non consigliate. Non sorridete. Non fatevi avanti. Non ammiccate.

On a great big clipper ship
Going from this land here to that
In a sailor's suit and cap
Away from the big city
Where a man can not be free
Of all of the evils of this town
And of himself, and those around


Scappare, scappare, fuggire. L'ho fatto per una vita. Scappare da tutto, per inseguire qualcuno che era una sorta di illusione che m'ero creato da solo. Una illusione reale, certo. La toccavi, la baciavi, ci andavi a letto. Ma eri sul set di un film. Lei sapeva bene che alla fine delle riprese, gli attori tornavano ad essere persone, con la loro propria vita. Te, no. Sei un grande cinfeilo, quindi avevi scambiato la realizzazione del film con la vita stessa.  Star internazionali, lingua originale, location esotiche, sceneggiatura ben scritta, colpi di scena, commedia, dramma, erotismo, lieto fine: sembrava tutto perfetto, no? Poi però, i titoli di coda non li avevi previsti. Eh no.

Heroin, be the death of me
Heroin, it's my wife and it's my life
Because a mainer to my vein
Leads to a center in my head
And then I'm better off than dead


O forse la devo vedere in un altro mondo. Lei era la mia eroina. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, diventavo sempre più addicted, sempre più dipendente. Perché riuscivo a vivere solo di felicità riflessa, dipendente totalmente dalle azioni di qualcun altro. Interessa davvero, fosse una siringa di piacere bianco, o un corpo nudo steso accanto al mio? Cambia, davvero, qualcosa?

No.

Then thank God that I'm as good as dead
Then thank your God that I'm not aware
And thank God that I just don't care
And I guess I just don't know

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