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lunedì 3 gennaio 2011

Dimenticare



Sono le 02.48 e mi sono imbattuto in una frase che m'ha colpito:

«Così era allora! Tutto ciò che cresceva aveva bisogno di tanto tempo per crescere; e tutto ciò che finiva aveva bisogno di lungo tempo per essere dimenticato. Ma tutto ciò che un giorno era esistito aveva lasciato le sue tracce, e in quell’epoca si viveva di ricordi come oggigiorno si vive della capacità di dimenticare alla svelta e senza esitazione»

E' un passo de La marcia di Radetsky, un vecchio libro di Joseph Roth.
M'ha colpito perché m'ha ricordato dolori pubblici e privati.

La totale mancanza dal ricordo e della memoria nella nostra società. Un mondo in cui il consumo permette e richiede l'oblio quotidiano di tutto ciò che fino a ieri è stato importante. Guerre, olocausti, licenziamenti, scioperi, poesie, piatti di pasta, film, rivoluzioni, pagelle, libri, calzini usati, non si salva niente.
Un mondo in cui se provi a citare ciò che è stato, vieni etichettato come disadattato. Come persona che : "non sa rapportarsi alle sfide della modernità". 

M'ha anche ricordato che la maledetta si vantava del fatto di dimenticare le persone che erano state al suo fianco. Di andare subito al dopo, al post.
Di più: si lamentava pesantemente con me perché io non facevo come lei. Perché io non parlavo male e mi ostinavo a non cancellare dalle mie memorie l'esistenza della mia (allora) ex ragazza. Era un concetto troppo da vecchio, troppo da persona triste, troppo da looser, il mio rifiuto di piegarmi alle leggi dell'oblio. La mia ostinata volontà nel voler mantenere vivo il ricordo di chi aveva camminato al mio fianco prima di lei. Mah. Era troppo difficile capire che io potevo amare come un disperato una persona,amare fino a sanguinare una donna, ma allo stesso momento, non voler cancellare dal mio cervello e dai miei nervi, le persone alle quali in passato avessi voluto bene.

Vabè, per lei non c'erano problemi. Morto un papa se ne faceva un altro. Si poteva cambiar partner come si cambiano scarpe. Le persone erano merce: oggetti di consumo. Oggetti di promozione personale. Oggetti di svago. Oggetti da esibire.
Per questo si trovava tanto a suo agio nelle feste e nelle discoteche: era il mercato. Di più: il libero mercato.

1 commento:

  1. Purtroppo per molta gente siamo oggetti di consumo, anzi, tutta la razza umana è un grande oggetto di consumo. Ripeto, purtroppo.
    Non vorremmo mai che succedesse a noi di essere "cose" per altre persone. Ma succede....

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