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lunedì 10 gennaio 2011

Coldplay - Politik - Un nuovo inizio



Svegliarsi, quando ancora è notte.
Tornare a camminare per le strade quando aprono i primi bar.
Arrivare alla stazione, senza vita, come lo è sempre stata.
Ascoltare chiacchiere inutili sul treno.
Prendere la metro B, sporca, e piena.
Percorrere Via dei Fori imperiali.
Arrivare in un'aula ed aspettare.
Leggere cose ridicole.

Poi il diavolo che ha deciso che devi PAGARE, ancora una volta.
Sentire che viene mandata in onda una canzone.
Politik dei Coldplay:
Nessuno all'infuori di te, ne conosce il significato tremendo.
Nessuno all'infuori di te, sanguina sentendola.
Nessuno all'infuori di te la ascolta con lo stesso dolore.

"Davenne è il mio nome", presentarti.
Vedere sguardi che simpatizzano con te.
Sentirtene contento per 3 secondi e poi tornare a sprofondare:
"Davenne è il nome, e dovevo andare a vivere in un altro paese, proprio ora."
Vedere visi nuovi. Sentire parole gentili. Essere costretti ad ingogliare il tremendo momento delle
allusioni,
ammiccamenti,
sorrisetti,
sai cosa significano, ma te ne sbatti il cazzo. Sì, te ne sbatti il cazzo.

"Davenne mi chiamo"
E non dimenticare mai di infilare la maschera, ti serve, è tutta la tua vita.
Senza la maschera il tuo viso andrebbe in fiamme, come quello dei vampiri sotto la luce.
La maschera è tutto, è salvezza, è sopravvvivenza.
E quei maledetti Coldplay sono morte, ricordo, memoria, lama nella tua carne.

Finire la prima lezione.
Fare sorrisi.
Andare via.

Camminare, camminare, camminare nella notte.

"Davenne è il mio nome e vengo da lontano."

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