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lunedì 3 gennaio 2011

Buried - Sepolto

Una serata senza infamia,ma sopratutto senza lodi, come le ultime 120, m'ha portato alla decisione di visionare, con un certo pregiudizio positivo (lo volevo vedere dai tempi di Monaco: quando ero vivo, ricordate? insomma,una vita fa), Buried - Sepolto.
Nel mio progetto ho coinvolto anche la mia povera sorellina. Lei voleva vedessimo The pursuit of happiness: sarà per un'altra volta. I Muccino mi stanno sui coglioni.

Camionista americano di stanza in Iraq ("tutti gli americani sono soldati"), a seguito di uno scontro a fuoco con i resistenti (o i terroristi? chi può deciderlo) si ritrova chiuso in una bara. Ha un paio d'ore per salvarsi la pelle.

Opera prima d'un regista spagnolo, distribuita a livello mondiale. Vien da chiedersi solo una cosa: perché?
Più che un film, sembra il saggio di fine anno di un' accademia per aspiranti registi. Della serie: "avete 100 dollari e 3 h per girare qualcosa, datevi da fare".
I dialoghi, venduti come scoppiettanti, sono banali, quando non cadono nel ridicolo involontario (suvvia, quale azienda licenzierebbe un suo dipendente mentre è ostaggio dei terroristi? non serve mica avere un esperto di comunicazione per capire che non sarebbe una buona decisione..). La trama fa un po' acqua e tende ad essere inverosimile.
Ma questi son dettagli. Ciò che impressiona, è leggere di come qualcuno abbia voluto vedere nella pellicola di Cortes, il "thriller moderno" e "un nuovo modo di fare cinema". Aridatece quello vecchio. Se il nuovo cinema è racchiuso in questa bara, stiamo messi male. Malissimo.
Dopo pochi minuti l'unica sensazione concessa allo spettatore è la noia, tremenda, ed implacabile. Verrebbe da farsi rinchiudere in una bara, vera, pur di non dover assistere a film simili.

Voto 4.5 /10

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